10/09/2010 - Blurandevù

BLURANDEVÙ
. Autori al microfono blu dei volontari di Festivaletteratura

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Michele Serra scrive un po' per sé e un po' per gli altri. Ha iniziato la sua carriera a "l'Unità" occupandosi un po' di tutto, ma la sua affermazione è venuta con la nascita degli inserti satirici "Tango" e "Cuore". Dalla sua penna - oltre a libri come "Il ragazzo mucca", "Breviario comico" e molti altri - sono usciti anche i testi degli spettacoli di Beppe Grillo degli anni '90, e oggi è tra gli autori della trasmissione "Che tempo che fa" di Fabio Fazio. Delle vie del comico e del giornalismo Serra parla con i ragazzi di "Blurandevù".

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Italiano
I giovani volontari di Blurandevù incontrano il giornalista Michele Serra, per una chiacchierata informale in tarda serata tenutasi presso il tendone di Piazza Virgiliana. Tanti i temi e i toni dell'evento, in cui non son mancate citazioni alte, da Giovenale sino a Giorgio Gaber, e che ha visto in sala un pubblico numeroso, caloroso e partecipe.
I ragazzi hanno posto interessanti domande all'autore riguardo la satira, la politica e il ruolo della Chiesa nel nostro paese; inoltre, andando a scavare nella propria esperienza, han chiesto a Serra di raccontare la fondazione di "Tango" e "Cuore", due riviste irriverenti nell'Italia degli anni '80, e soprattutto di spiegare quale sia il ruolo della satira al giorno d'oggi: «Piccolo alfabeto della misura in un mondo in cui vige la crisi del concetto di fatica», perché «La satira è difficile, va decriptata, dev'essere capita. Ma il senso critico è faticoso».
Serra parla anche di libertà d'opinione e di scrittura («Il vero spazio di controinformazione è oggi in rete») e soprattutto di qualità della televisione italiana; autore di Rai Tre per "Che tempo che fa", afferma d'aver combattuto per potenziare la cultura in Rai, somministrata oramai con il contagocce ad un pubblico ritenuto non preparato alle lezioni di scrittori quali Meneghello, Rigoni Stern, Asor Rosa in tv: «La più terribile censura che c'è in tv è sulla qualità. Questa è uno spregio, è dittatura mediatica». Conclude citando lo scrittore satirico austriaco Karl Kraus: «Mangiate merda: venti miliardi di mosche non possono avere torto».

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