09/09/2011

CI SIAMO MESSI IN MOTO. Il viaggio di Cammina cammina raccontato da chi l'ha fatto

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Sono partiti il 20 maggio dalla Cascina Cuccagna di Milano. Sono arrivati il 4 luglio al Centro Hurtado di Scampia. I nomi dei paesi che hanno attraversato ricordano quelli delle stazioni in cui passano solo treni locali: Orio Litta, Fiorenzuola, Ponte d'Arbia, Sessa Aurunca. Ma la strada non l'han fatta in treno: sono andati a piedi. Si son ritrovati in quasi 700 a camminare da un capo all'altro dell'Italia dormendo in ostelli, palestre, conventi. Sono partiti «perché», hanno scritto «se tutto è o sembra fermo, è proprio il momento di mettersi in cammino». Sono i camminanti di "Cammina cammina". Antonio Moresco, Tiziano Colombi e molti altri di loro si alternano sul palco a mostrare le foto, a portare testimonianze, a raccontare come è nata e come è andata questa rigenerante esperienza condivisa del territorio.
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Italiano
Camminare per ricucire il Paese e camminare per condividere: sono questi gli obiettivi del gruppo "Cammina, cammina" che, rappresentato da Antonio Moresco, Tiziano Colombi e con la partecipazione del fotografo Giovanni Giovannetti, racconta al Teatro Bibiena l'esperienza di cammino vissuta nella tarda primavera del 2011.
Da Milano a Napoli o a Scampia precisamente, dove ha sede il Centro Urtado, che ha avviato un progetto per bambini di educazione al 'non-avvicinamento alla malavita'; 700 persone in cammino su varie tappe della Francigena, l'antica strada dei Pellegrini: è l'Italia che fa, che con l'azione del camminare intende 'ricostruire' l'unità di un territorio sempre diviso com'è quello italiano. Quest'evento è la raccolta di alcune testimonianze, significative e spontanee, così com'è stato questo viaggio: «In questo anniversario dell'Unità, nulla mi portava alla mente la parola 'unità'» afferma Fabiola, una giovane camminatrice, e ancora: «Abbiamo sentito la responsabilità di ciò che stavamo facendo» ricorda Chiara, una compagna, che come tantissimi altri giovani ha partecipato a questo evento imprevisto, completamente non organizzato, genuino.
E mentre pensano già ad un progetto più ampio per il 2012, Giovannetti ricorda: «In un paese che non ragiona più in termini di condivisione l'idea di camminare per ricucirsi è forte»; ma l'attenzione collettiva del 'camminare' riporta subito lo sguardo anche sull'esperienza individuale perché, come ricorda un altro camminatore, Giacomo: "Partire è innanzitutto uscire da sé. In strada può succedere di tutto ma è lì che ognuno diventa un po' più se stesso». 

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