07/09/2013

BANCHETTO FUNEBRE PER COSE FUTILI

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Francia, 1884: Karl Huysmans descrive in "Á rebours" la 'storia di una nevrosi': quella vissuta dall'esteta Des Esseintes, giovane aristocratico che intrattiene i propri convitati in un banchetto funebre per commemorare una momentanea caduta della virilità. In questa serata riproporremo quella cena, in una sala addobbata di nero, prospiciente un giardino con cipressi. La tavola, imbandita con tovaglie nere, offrirà cibi che richiamano il lutto. Una orchestra invisibile suonerà musiche funebri e saranno offerte ai convitati edificanti letture sul tema.

Il menu della cena è stato curato e preparato dalla Condotta Slow Food di Mantova.
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Tendaggi e tovaglie nere, ceri e candele, fiori viola scuro, piume di pavone. Un'orchestra invisibile che accompagna l'atmosfera tetra con marce funebri e requiem. Al "banchetto funebre per cose futili", tenutosi alla Casa Slow Food di Mantova, è richiesto inderogabilmente a tutti i partecipanti l'abito nero. Una cena letteraria, una rievocazione della maestosa cena che Des Esseintes, il protagonista del celebre romanzo "A rebours" di Karl Huysmans, tiene nella sua villa di campagna per celebrare una momentanea caduta della virilità. Agli invitati è richiesto un altro sforzo immaginativo: credere che a questo banchetto partecipino numerosi letterati, di epoche e nazionalità diverse, che durante la cena si alzeranno e leggeranno brani di alcune loro opere che hanno a che fare con la morte, il lutto, il funerale. La morte è l'argomento tabù per eccellenza, «il grande rimosso» come dice Zygmunt Bauman, ma durante l'evento il pubblico dovrà confrontarsi con essa, anche attraverso un pizzico di ironia. Quando vengono serviti i primi piatti, tutti cibi che ricorderano il lutto, ecco alzarsi Tito Petronio Nigro, 'Arbiter Elegantiarum'. Scrittore scelto non a caso, perché fu lui stesso ad indire il suo banchetto funebre. Accusato di aver partecipato alla congiura dei Pisoni, fu condannato dall'imperatore Nerone al sucidio. Decise quindi di togliersi la vita tagliandosi le vene dei polsi in un bagno caldo, dopo aver mangiato, bevuto e discusso dell'immortalità dell'anima con i suoi amici più cari. A lui hanno seguito letture di Luciano Bianciardi, Edgar Allan Poe e Dino Buzzati.
Per concludere in bellezza, il dessert, una tazza di cioccolato amaro accompagnata da canditi di arancia, viene servito con una busta contenente un aforisma famoso sulla morte, che i commensali hanno potuto condividere con gli altri.

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