09/09/2004

CONCERTO


2004_09_09_053
Dall'incontro fra Paolo Fresu e il Quartetto d'archi Alborada, prende vita un'eccitante incursione nel mondo musicale più nobile, visto attraverso le lenti moderne dei percorsi sonori contemporanei più inediti e le estreme libertà che la musica jazz porta da sempre con sé. Gli interventi al pianoforte di Diederik Wissels e la straordinaria voce di Dhafer Youssef arricchiscono un concerto che - per Festivaletteratura - cerca nel testo letterario e nella calligrafia un'ulteriore sponda di esplorazione musicale.
 Alborada String Quartet: Anton Berovski: violino; Sonia Peana: violino; Nicola Ciricugno: viola; Piero Salvatori: violoncello.

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Italiano
Un teatro ricolmo di mani viola dagli applausi di certo non si era mai visto. Paolo Fresu ed il quartetto d'archi Alborada sembrano suonare insieme da molto tempo. Diedrik Wissels quando si siede al piano lo fa senza disturbare, con la tranquillità dei forti, e Dhafer Youssef riscalda le vecchie pareti del teatro Bibiena con la sua voce chiara e potente. Le luci sul palco e gli sguardi della gente indugiano a lungo sulle mani dei musicisti, leggere ed abili sugli strumenti. Il repertorio è vasto e composito: il concerto si chiude con un'intensa "Ave Maria Sarda" (nella versione di De Andrè) ed una variopinta rilettura di Fratres, attraverso un percorso tortuoso ed affascinante che tocca con eleganza colonne sonore (Ilaria Alpi, "Te lo leggo negli occhi"), rivisitazioni (dalle "Metamorfosi" di Richard Strauss alle tradizioni popolari sarde del "Miserere" cantato nelle processioni religiose), composizioni di giovani italiani ("Corale pop", "Tango"), ed infine un omaggio sentito (Fellini). È un libro variegato composto di suoni e colori: la musica, da compendio della letteratura, si trasforma nella sua inseparabile compagna, dettando i tempi di un'esplorazione quanto mai unica che dipinge i contorni d'un affresco sospeso fra recitato, canto corale e musica d'autore.

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