11/09/2005

Quirino Conti con Wlodek Goldkorn


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«Oggi purtroppo manca l'abitudine alla bellezza. Non si è più abituati a vederla, ed è per questo che non ci chiediamo più con quale sensibilità Proust sia capace di commuoversi per un'asola». Architetto e scenografo, costumista e stilista, Quirino Conti ha diviso la sua attività tra l'alta moda, il cinema e il teatro, collaborando con Fellini, Welles, Lattuada oltre che con le grandi griffes. In "Mai il mondo accadrà" ha riletto la storia della moda, portando alla luce i nessi incompresi che esistono fra un abito e la cultura del suo tempo. Dialoga con lui il giornalista Wlodek Goldkorn.

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Italiano
Modernità. È quella che ti offre la moda, l'essere assoluto, eterno, perlomeno fino al prossimo autunno-inverno. Quirino Conti ha un rapporto speciale con la moda, da artista e da filosofo, che lo rende un osservatore allo stesso tempo acuto e disilluso. La moda racchiude qualcosa di metafisico, l'abito è sulla pelle e manifesta la nostra intimità più profonda, la consapevolezza di sé è data dai vestiti che si indossano. Alle domande di Wlodek Goldkorn sulla bellezza, lo stilista individua un'epifania mistica nell'atto creativo, un bagliore appena intravisto, che scompare rapidamente. Viene offerta una visione lucida della condizione attuale della moda, la decadenza delle passerelle, dove lo chic è ormai superato e la volgarità è diventata il «sublime del popolo». Quel che resta è la fiducia nella bellezza che, come affermava Dostoevskij, salverà il mondo, una consolazione estetica che riesce ancora a prevalere sulla vita reale.

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