05/09/2007

LE DIFFICOLTÀ DELLA DEMOCRAZIA, LA DISTANZA DELLA POLITICA


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La democrazia sembra vivere un periodo di grande sofferenza. In una realtà come la nostra, la distanza tra governati e governanti sembra aumentare ogni giorno di più e l'uso della parola 'democrazia' appare a volte ideologico e al servizio di finalità non sempre nobilissime. Come possiamo tornare a dare - soprattutto nella pratica politica - un significato virtuoso a questo antico e instabile concetto? Luciano Canfora ("La democrazia. Storia di un'ideologia") e Giovanni Sartori ("Democrazia. Cosa è") ne discutono con il giornalista Gian Antonio Stella ("La casta").



L'evento 005 ha subito variazioni rispetto a quanto riportato sul programma. Originariamente il suo svolgimento era previsto presso Il cortile della Cavallerizza di Palazzo Ducale.
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Italiano
Un incontro spumeggiante che ha reso accessibile un tema spinoso come libertà e democrazia ha visto protagonisti Luciano Canfora e Giovanni Sartori, con moderatore Gian Antonio Stella. Stella ha introdotto l'incontro chiedendo ai relatori come distinguere l'antipolitica qualunquista dall'indignazione dei cittadini che amano la democrazia e si sentono traditi. Il Prof. Canfora innanzitutto ha ricordato che esistono vari modelli di democrazia, sottolineando che il termine è di derivazione greca ed in epoca classica aveva connotazione negativa, per il suo significato letterale di 'potere (inteso come forza violenta) del popolo'. Il Prof. Sartori ha evidenziato invece i due percorsi che portano a diversi tipi di democrazie: il primo è quello che dalla democrazia di tipo ateniese (cioè democrazia diretta) porta alla liberaldemocrazia, il secondo parte dall'idealismo e porta alla democrazia governata da una classe dirigente elitaria. La questione di fondo per il Prof. Sartori è se la democrazia può privare della libertà. Nella Grecia classica libere erano le città, non i cittadini: era una sorta di democrazia totalitaria. Non è sembrato d'accordo il Prof. Canfora: la democrazia ateniese era diretta, tutti partecipavano senza la mediazione di una classe politica eletta. Il Prof. Sartori ha ribattuto sostenendo che in realtà alla fine a decidere era pur sempre un'élite. La democrazia è l'esercizio del desiderarla, quindi anche se imperfetta è pur sempre democrazia, ha risposto Canfora. È chiaro che quello che distingue i due studiosi è il fatto che il Prof. Canfora ritiene che la democrazia possa essere esercitata direttamente dal popolo, perché quest'ultimo tende a governare per il bene comune, mentre il Prof. Sartori ritiene irrinunciabile che un'élite meritocratica guidi la democrazia. In un breve riferimento all'attualità, su una cosa concordano i due studiosi: i partiti attuali che si rifanno da un lato alla 'libertà' e dall'altro alla 'democrazia', in realtà altro non sono che soggetti autoreferenziali che rappresentano delle oligarchie che non solo non sono meritocratiche, ma purtroppo sembrano anche eterne. Democrazia: un'idea straordinariamente duttile che ha plasmato il corso della Storia e delle storie. Ripercorrendo le ideologie che l'hanno nutrita e sostenuta, nell'incontro del pomeriggio tra due insigni studiosi della scienza politica, Giovanni Sartori e Luciano Canfora, abilmente moderati da Gian Antonio Stella, si è discusso del conflitto, etimologico e non, tra democrazia e libertà. Se, a partire da Socrate e Aristofane, passando per Toqueville e Russeau, il dibattito etimologico e filosofico sul reale significato del concetto di democrazia, si era concentrato sul dualismo tra libertà e uguaglianza e sull'eventuale possibilità che la democrazia possa coincidere o meno con la libertà, la radiografia che i due studiosi fanno della situazione politica italiana non è molto rassicurante. E se la storia ci ha insegnato che il concetto di democrazia non coincide necessariamente con quello di libertà (nella Grecia classica libere erano le città e non i cittadini). O se, al contrario la libertà senza democrazia è stata una realtà esistente (durante la Restaurazione, ai cittadini erano concessi libertà e diritti ma non era consentito loro il diritto al voto). In Italia, si registra una polarizzazione inconsapevole e una differenziazione generica tra i due concetti. I neonati Partito Democratico e Partito delle Libertà, pur rifacendosi etimologicamente da un lato al concetto di libertà, e dall'altro a quello di democrazia , di fatto non sono altro che soggetti autoreferenziali, riuniti in quella 'casta' di intoccabili di cui hanno parlato Stella e Rizzo nel loro libro. E, nonostante sia impossibile pensare una democrazia senza politica, senza classe dirigente, diventa sempre più fondamentale, per evitare che l'indignazione dei cittadini non sfoci in qualcosa di più serio, fare in modo che le élite che sono al potere, le 'caste' non solo siano realmente 'i migliori, gli eletti', ma almeno, non siano eterne.

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