09/09/2007

TRA I LIBRI E LA CITTÀ CONTEMPORANEA


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Oltre ad essere uno dei più importanti architetti italiani, Italo Rota è un bibliofilo impenitente. Conversando con Luca Molinari, Rota ci conduce in un viaggio ideale tra le sue ossessioni di collezionista, i richiami poetici della realtà di tutti i giorni e l'architettura contemporanea.

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Italiano
Con i suoi occhiali stravaganti e la sua voce provocatoria, Italo Rota, seduto a un tavolo, monologa per un po' sulla situazione estetica dell'Italia. Con il pubblico, interessato e attentissimo alle parole, dialoga sul cattivo gusto: «che cos'è? come si combatte?», chiedono. «Forse il cattivo gusto nasce da un vuoto cosmico della mente, dal fatto che prendiamo senza condizioni l'eredità e pensiamo che non ci sia più niente da inventare». Dialoga poi con Luca Molinari, sulla «crisi dell'identità dei luoghi», sul modello - tutto italiano - del vestire che nasconde in realtà un'etica dell'apparenza. Entrambi concordano sul ritenerlo un sintomo della «perdita dell'orgoglio di essere contemporanei». L'incontro si chiude quindi con la constatazione di un difficile riconoscimento della contemporaneità, in un paese come il nostro, immerso da sempre nell'immagine della bellezza e che forse per questo non sa adeguarsi a vivere «dentro l'immaginazione».

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