12/09/2010

Domenico Starnone con Pietro Cheli

2010_09_12_224
«I romanzi e la loro forza di suggestione, che oggi esaltiamo a scatola chiusa, hanno sempre avuto un lato oscuro. Leggere, oggi, è considerato un valore assoluto e imprescindibile. (...) Ma leggere romanzi è stato per lungo tempo considerato pericolosissimo, quanto oggi perdersi negli schermi domestici: un traviamento dell'adesione alla realtà viva». In mezzo al fascino eversivo delle storie e al loro potere condizionante, Domenico Starnone si è mosso e continua a muoversi sia da spettatore, sia da lettore critico negli anni dell'insegnamento, sia da autore, scrivendo romanzi e sceneggiature per il cinema. I libri di Starnone, partendo da un nucleo autobiografico, ci spingono sempre al centro di questo campo magnetico della rappresentazione, con l'intento di farcene comprendere i meccanismi e le contraddizioni. Dialoga con l'autore di "Fare scene" Pietro Cheli, co-autore di "Sono razzista, ma sto cercando di smettere".

English version not available
Italiano
Domenico Starnone, nella giornata conclusiva del Festival, viene intervistato dal giornalista Pietro Cheli. Ecco alcuni numeri riferibili allo scrittore: 30 anni d'insegnamento; 4 libri sulla scuola; 1996, anno in cui lascia la scuola; 2000 pubblica "Via Gemito" libro che segna una svolta, da scrittore della scuola diventa scrittore delle cose napoletane; numerose sceneggiature per il cinema. E al cinema è dedicato il suo ultimo libro, "Fare scene". Una storia di cinema. Starnone risponde volentieri alle domande del pubblico, come tutti i bravi professori non si risparmia. Dell'ironia dice: «è un modo di socializzare il malumore».

1Luoghi collegati