08/09/2005
VIAGGIO NELLA GIUNGLA ITALIANA
2005_09_08_045
«L'Italia ci manda in bestia e in estasi nel raggio di cento metri e nel giro di dieci minuti»: così la pensa Beppe Severgnini, popolarissimo editorialista del "Corriere della Sera", che nel suo ultimo "La testa degli italiani" ha cercato di addentrarsi nella «giungla italiana». Come è possibile oggi avvicinarsi al nostro paese per capirne le trasformazioni profonde? E quale può essere il ruolo del giornalismo in un momento in cui tutti i tradizionali strumenti di lettura sembrano essere saltati? Ne discute con il musicista Enrico Ruggeri.
L'evento 045 ha subito variazioni rispetto a quanto riportato sul programma. Originariamente era prevista la presenza di Tim Parks, successivamente sostituito da Enrico Ruggeri. Inoltre non era prevista la partecipazione di Roberto Boninsegna.
L'evento 045 ha subito variazioni rispetto a quanto riportato sul programma. Originariamente era prevista la presenza di Tim Parks, successivamente sostituito da Enrico Ruggeri. Inoltre non era prevista la partecipazione di Roberto Boninsegna.
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Italiano
Sotto l'arcata dell'imbocco al cortile della Cavallerizza compaiono un abbronzato Severgnini, un troppo pallido Ruggeri ed un tranquillo Roberto Boninsegna. I cuori nerazzurri palpitano di eccitazione, ma dopo l'introduzione d'obbligo sul laterale sinistro dell'Inter, l'evento si tinge di spassose reminiscenze delle precedenti visite nella città dei Gonzaga da parte dell'assiduo frequentatore del Festival, giornalista cremasco, e del più composto cantautore milanese: «Mantova è l'unico posto dove uno scrittore può conversare camminando con un cantante ed un calciatore». Sotto le incalzanti domande di Ruggeri, investito del ruolo di giornalista, Severgnini racconta e critica la tipicità, la scaltrezza e l'intelligenza della testa del popolo italiano, ricordando che questa deve essere sfruttata come un gioiello e non come alibi. Il ruolo di giornalista affascina l'autore di "Polvere", che si lancia in domande sulla politica interna ed estera portando l'ilarità a spegnersi verso riflessioni più profonde, esplorando così il lato meno comico e più critico dello scrittore metallizzato - termine che Severgnini utilizza per identificare la propria chioma.