08/09/2005
VA, VIS ET DEVIENS
2005_09_08_050
di Radu Mihaileuanu Francia/Belgio/Israele/Italia, 2005, 40'
Etiopia. Grazie all'iniziativa dello stato di Israele e degli Stati Uniti, una vasta azione è organizzata a partire dal 1984 per portare in Israele migliaia di ebrei etiopi, i Falashas. Una madre etiope non-ebrea spinge suo figlio a dichiararsi ebreo per salvarlo dalla carestia e della morte. Dichiarato orfano, è adottato da una famiglia francese sefardita e cresce con la paura che qualcuno scopra il suo segreto. Presenta il making of del film Radu Mihaileanu, regista ed autore del romanzo omonimo. L'evento 050 ha subito variazioni rispetto a quanto riportato sul programma. Originariamente era prevista la proiezione integrale del film (153'), ma non essendo quest'ultimo ancora disponibile all'epoca dei fatti la versione italiana dell'opera, è stato proiettato un filmato di 40' sul making of di "Va, vis et deviens".
Etiopia. Grazie all'iniziativa dello stato di Israele e degli Stati Uniti, una vasta azione è organizzata a partire dal 1984 per portare in Israele migliaia di ebrei etiopi, i Falashas. Una madre etiope non-ebrea spinge suo figlio a dichiararsi ebreo per salvarlo dalla carestia e della morte. Dichiarato orfano, è adottato da una famiglia francese sefardita e cresce con la paura che qualcuno scopra il suo segreto. Presenta il making of del film Radu Mihaileanu, regista ed autore del romanzo omonimo. L'evento 050 ha subito variazioni rispetto a quanto riportato sul programma. Originariamente era prevista la proiezione integrale del film (153'), ma non essendo quest'ultimo ancora disponibile all'epoca dei fatti la versione italiana dell'opera, è stato proiettato un filmato di 40' sul making of di "Va, vis et deviens".
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Italiano
Radu Mihaileanu ascolta storie. Quelle degli autisti che gli presentano Mantova parlando di calcio, come quelle degli etiopi incontrati a Los Angeles che raccontano tragedie di espatri forzati, protagoniste del 'making of' mostrato al pubblico del Teatreno. Sono storie che non saranno carne da spettacolo, ma testimonianze di riconversioni imposte ("Va, vis et deviens") o di mondi inghiottiti dal nazismo ("Train de vie"). Sono storie di un secolo passato eppure continuamente rivissute, come confessano gli attori etiopi che ne soffrono la memoria o come ammette ogni immigrato spaesante e spaesato in ogni metropoli. Ma lo spaesamento che sottrae l'identità non è soltanto perdita da compiangere. È anche sdoppiamento che arricchisce, e in quanto tale va difeso. Anche con il cinema, perché il cammino di chi è costretto alla fuga è un cammino che può distruggere «la colonizzazione dei punti di vista», e dietro gli occhi del regista franco-rumeno produce immagini turbanti narrate con l'umorismo di chi è consapevole. O cerca di esserlo. Per andare, vivere e diventare.