09/09/2005

EINSTEIN AVEVA RAGIONE ANCHE QUANDO AVEVA TORTO?


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Le più recenti osservazioni cosmologiche hanno rivelato che l'Universo non solo si espande, ma addirittura accelera, ovvero l'espansione avviene con velocità sempre maggiore. Quali sono le implicazioni di tale scoperta per il destino dell'Universo? Ed è possibile che proprio mediante la costante cosmologica introdotta da Einstein agli inizi del secolo scorso, da lui definita il più grande errore della sua vita, si riesca ad avere qualche spiegazione di questo fenomeno? Sabino Matarrese, e Antonio Riotto, dell'Istituto di Fisica Nucleare della Università di Padova, ne parlano con la giornalista Claudia Di Giorgio.

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Un'ora e mezza di cosmologia militante, un'ora e mezza di energia oscura, fluttuazioni del vuoto, particelle elementari, un condensato densissimo di cent'anni di fisica ai massimi livelli, parole interrotte e annegate nello scroscio della pioggia per un pubblico probabilmente assai digiuno di questioni scientifiche, ma attento e curioso. Sabino Mattarrese e Antonio Riotto non sono degli scrittori, sono cosmologi che non hanno scritto più di poche righe senza formule, eppure hanno accettato la sfida e sono venuti a parlare dei loro recenti lavori, uno 'tsunami' che ha investito la comunità scientifica negli ultimi mesi. Nei loro articoli affrontano uno dei grandissimi problemi aperti della fisica contemporanea, che aveva portato Einstein a commettere «il più grande errore della sua vita», quello dell'apparentemente ingiustificabile espansione accelerata dell'universo, e ne danno una spiegazione conservativa, nel senso che combinano ingredienti scientificamente affidabili e 'bulgaramente' accettati (le equazioni di Einstein, la teoria inflazionaria dell'universo e i dati sperimentali riguardanti la radiazione di fondo cosmico e il redshift delle supernovae) e non fanno assunzioni ad hoc esotiche; il che rende i loro lavori anche più eleganti. Ma, tra dettagli tecnici e qualche 'provocazione', quello di cui hanno voluto veramente parlare i due cosmologi, imbeccati dall'intervistatrice, è il metodo scientifico sperimentale, cui spetta la parola ultima in questa come in tutte le diatribe scientifiche, ricordando come ha chiosato Antonio Riotto, che «non è sbagliato sbagliare».

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