09/09/2005
CRISTINA DONÀ IN CONCERTO
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Cristina Donà ha fatto il suo ingresso sulla scena musicale nel 1991. Grazie al crescente passaparola creato dalle sue ipnotizzanti performance, cariche di mistero, sensualità e, sospinte da una voce unica, viene notata da Manuel Agnelli degli Afterhours che produce i suoi primi due album. Dalla Targa Tenco vinta nel 1997 per "Tregua", il suo album d'esordio, Cristina Donà ha incontrato un crescente successo internazionale. Per Festivaletteratura Cristina Donà propone un evento unico, fatto di canzoni e letture.
Cristina Donà: voce e chitarra; Cristian Calcagnile: batteria e percussioni
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Italiano
Musica e letteratura si sono date appuntamento al Chiostro di Santa Paola, sede del concerto che ha visto come protagonista Cristina Donà. Il set, completamente acustico, è giostrato con maestria dalla dolce voce della cantautrice milanese e da un eclettico e superbo Cristian Calcagnile, che in più di un'occasione ha rischiato di rubare la scena. L'intento del duetto è dare vita alle quattro poesie cardine dell'evento: "Ingessata" e "Specchio" di Sylvia Platt incalzate da "Vista con granello di sabbia" e "La fiera dei miracoli" del premio Nobel Wisława Szymborska. Esperimento riuscito. Le canzoni si susseguono senza forzare, con estrema dolcezza. È qui che affiora tutta la duttilità della Donà: alterna le struggenti melodie di "Nido" e "Goccia" per poi gettarsi a capofitto, come nel più semplice dei giochi, negli accordi nervosi di "Volevo essere altrove" e "Triathlon". Istrionismo che sorprende, piacevolmente. Alternando pezzi del passato a brani più recenti, si scivola dolcemente verso una speranzosa "Un giorno perfetto" che mette fine alla parte ufficiale del concerto. Il bis di rito è inevitabile e le note di "Mangialuomo" e "Ho sempre me" (splendido l'accenno a "Grace" di Jeff Buckley), chiudono la serata meritando la standing ovation. Dopo tanta pioggia e asfalto anche i nostri visi adesso sono più leggeri.