11/09/2005
BAB EL SHAMS. LA PORTE DU SOLEIL
2005_09_11_160
di Yousry Nasrallah, Egitto/Francia, 2004 parte seconda - Il ritorno 140' ca. - versione in l. o. con sottotitoli (traduzione di Maria Coletti per Panafricana)
La storia dei palestinesi, del loro viaggio forzato dai campi della Galilea al Libano nell'arco di cinquant'anni di durezze, speranze e amori. Raccontata attraverso le storie personali di Youne's, combattente, trincerato in Libano, clandestino nel suo paese; di Nahila, la sua giovane sposa, in fuga senza fine con il suo popolo senza terra, di Khalil, che accudirà Youne's, in coma, a Beirut; di Shams, che Khalil amava e fu giustiziata dai suoi compagni d'armi. Un film epico e corale tratto dall'omonimo romanzo di Elias Khuri.
La storia dei palestinesi, del loro viaggio forzato dai campi della Galilea al Libano nell'arco di cinquant'anni di durezze, speranze e amori. Raccontata attraverso le storie personali di Youne's, combattente, trincerato in Libano, clandestino nel suo paese; di Nahila, la sua giovane sposa, in fuga senza fine con il suo popolo senza terra, di Khalil, che accudirà Youne's, in coma, a Beirut; di Shams, che Khalil amava e fu giustiziata dai suoi compagni d'armi. Un film epico e corale tratto dall'omonimo romanzo di Elias Khuri.
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Italiano
La partenza ed il ritorno dei palestinesi costretti alla fuga dalla Galilea verso la terra Libanese sono recitate nel film di Yousry Nasrallah, tratto dal romanzo "La porte du soleil" ("Bab el Shams") del libanese Elias Khuri, che ha partecipato alla sceneggiatura. Nel film, come in ogni cruento teatro di guerra, «ciascuno ha le sue cicatrici», e i personaggi le descrivono a lungo, le mostrano con la particolare dignità di chi si è trovato a vivere costantemente nel conflitto ed ha dovuto capire molto presto che nemmeno la sopravvivenza è garantita dall'inerme sopportazione. Le cicatrici di questa guerra durata troppo a lungo si intersecano nella trama del film in due puntate, si intersecano nei racconti e canti dell'esperto di «medicina rivoluzionaria» Khalil, che si occupa senza sosta dell'amico in coma, oppure delle giovani donne Nahila e Shams, vittime di un popolo senza diritti. Il regista egiziano sa tratteggiarne le sorti, ricorrendo anche a stratagemmi cinematografici spesso interessanti, e strappando a volte sprazzi di accesa ironia al buio della storia.