09.09.2010
TRA NARRAZIONE E SOCIETÀ
2010_09_09_040
Gli ultimi trent'anni della storia italiana sembrano fermi ad aspettare una spiegazione. Il malessere per le occasioni mancate, il dolore per le persone che si sono perse spingono a tentare di capire, o almeno a raccontare. Corrado Stajano ("La città degli untori") e Benedetta Tobagi ("Come mi batte forte il tuo cuore") guardano a quel periodo da due differenti punti di vista: quello di chi lo ha attraversato da testimone diretto, vivendolo con rabbia e delusione, e quello di chi ne è stato solo ferito, e cerca ora di ricostruire con passione e scrupolo quanto è accaduto. Al Festival i due autori danno vita a un confronto aperto, tra ricordi personali e riflessioni sul nostro tempo.
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Italiano
Lunghi applausi e un tutto esaurito per Corrado Stajano e Benedetta Tobagi, che durante l'evento tenutosi presso il Seminario Vescovile nel tardo pomeriggio di questa seconda giornata di Festival, narrano con pathos «le cose come sono», tra letteratura necessaria e società, fiction e vita.
Li accomunano due biblioteche paterne molto simili ricche di carte e libri, ed argomenti assonanti: i loro romanzi hanno infatti come sfondo la città di Milano, gli eventi del secolo scorso e le voci di chi li ha animati mettendo spesso a repentaglio la propria esistenza, com'è stato per il compianto giornalista Walter Tobagi, padre sempre cercato dalla figlia, vittima d'un periodo buio fatto di vuoti di senso che ne fagocitavano altri, e a ben vedere vicinissimo ai protagonisti tratteggiati da Stajano.
Frugando nei loro archivi i due ospiti intrecciano così un sentire privato-pubblico che si fa memoria originale nella storia di questo Paese.
Li accomunano due biblioteche paterne molto simili ricche di carte e libri, ed argomenti assonanti: i loro romanzi hanno infatti come sfondo la città di Milano, gli eventi del secolo scorso e le voci di chi li ha animati mettendo spesso a repentaglio la propria esistenza, com'è stato per il compianto giornalista Walter Tobagi, padre sempre cercato dalla figlia, vittima d'un periodo buio fatto di vuoti di senso che ne fagocitavano altri, e a ben vedere vicinissimo ai protagonisti tratteggiati da Stajano.
Frugando nei loro archivi i due ospiti intrecciano così un sentire privato-pubblico che si fa memoria originale nella storia di questo Paese.