09.09.2010

COLORI E SOCIETÀ

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Passano i secoli, cambiano i colori. Il rosso è stato il colore dell'impero e poi del martirio, della colpa e poi della rivoluzione. Il nero ha conosciuto momenti di fortuna alterna: positivi con l'avvento della stampa, negativi con la scoperta dello spettro cromatico di Newton, che lo ha declassato a non-colore. Il blu non è quasi esistito fino al X secolo, e poi a poco a poco si è imposto come il colore preferito dall'Occidente. Michel Pastoureau, docente di Simbologia medievale e moderna alla École Pratique des Hautes Études della Sorbona ed autore di "I colori del nostro tempo", ripercorre due millenni di storia dei colori tra valenze simboliche, pratiche sociali ed esiti artistici. Lo incontra lo storico dell'arte e giornalista Marco Carminati.

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Quest'anno il Festivaletteratura ha deciso di dedicare un incontro al significato simbolico dei colori giovedì 9 settembre alle 18.00 presso Palazzo d'Arco.
Ad affascinare il pubblico con racconti sulla storia di colori come il blu, il rosso e il nero è stato Michel Pastoureau, docente di Simbologia Medievale alla Sorbona, intervistato dallo storico dell'arte Marco Carminati.
Il docente ha iniziato illustrando una distinzione, che risale al XVI secolo, tra i colori considerati onesti, come il bianco, il nero, il blu e il grigio e quelli invece considerati disonesti perché troppo vistosi, come il rosso, il giallo e il verde.
Lo studioso si è poi concentrato su un colore molto caro al Festivaletteratura: il blu, sottolineando come esso, secondo alcune indagini, sia il colore più apprezzato in assoluto dagli europei e sia inoltre la tinta preferita per l'abbigliamento.
Dopo aver soddisfatto alcune curiosità del pubblico come il significato dei colori del semaforo e di alcune squadre calcistiche, l'esperto ha mostrato con molta naturalezza la sua predisposizione all'osservazione di tutti i particolari che lo circondano. Durante l'evento infatti ha iniziato a piovere, e man mano che ciascun partecipante apriva il suo variopinto ombrello, Pastoreau ha fatto notare a tutti come, dato che non predominava più il blu, la percezione dello spazio fosse cambiata notevolmente.
È stato quindi capace di trasmettere il suo interessante punto di vista sui particolari che ogni giorno ci circondano senza che noi riusciamo a coglierli.

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