10/09/2010

LE COSCIENZE E LA LEGGE
. Una discussione sul giusto agire


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I giusti si fanno guidare dalla propria coscienza, se necessario anche contro le leggi se le giudicano ingiuste. Ma le leggi regolano la convivenza sociale, e la coscienza si appella talvolta a principi universali o divini per giustificare i propri interessi privati, materiali o spirituali. Il giusto agire oscilla necessariamente tra coscienza e legge, tra principi e compromesso sociale. Ma quali sono i punti inderogabili che fanno da argine a questa oscillazione? Su questi temi si confrontano Stefano Levi della Torre, autore di "Il forno di Akhnai", e il costituzionalista Gustavo Zagrebelsky ("Intorno alla legge").

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Italiano
È un tema delicato quello trattato da Stefano Levi e Gustavo Zagrebelsky al Palazzo di San Sebastiano: si tratta di stabilire il sottile legame tra l'obbligo morale di seguire la legge e la decisione della coscienza nel caso si sia convinti che una legge sia sbagliata.
Sono problemi antichi, mai risolti, e che mai lo saranno, anche se sempre dovranno essere affrontati. Un esempio su tutti risiede nel'"Antigone" di Sofocle: i suoi fratelli si sono uccisi per la patria, uno traditore e l'altro fedele, e l'ordine è di seppellire l'eroe e non dare pace al traditore. Antigone si appella alla voce della coscienza e seppellisce il fratello ma trova a sua volta la morte per aver disobbedito alla legge.
Voi da che parte state?

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