11/09/2010

CARNE MACINATA PER L'UNIVERSO: GLI EROI CHE CI HANNO RUBATO
. Storie dell'epopea risorgimentale


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C'è stato un tempo del Risorgimento in questo Paese. È stato un tempo di rivoluzioni, rivolte e insurrezioni, guerre civili; un tempo di grandi passioni sociali e fervori intellettuali, un tempo di magmatico movimento di idee e di sentimenti. Il Risorgimento è stato una grande epopea, l'unico momento nella storia dei popoli dei territori che oggi sono Italia in cui si sono dati l'opportunità di una identità collettiva e unificante. Eppure le vite di quegli uomini, le loro storie, ciò che per mente e mano loro è accaduto, la vastità di quei decenni, la tragica bellezza delle imprese che li hanno scanditi, sono andate perse, e nello smarrirsi della memoria si è andato perdendo il loro senso, che è il senso dell'identità e dell'appartenenza nazionale. Per rendere giustizia a quegli uomini e a quelle gesta, Maurizio Maggiani veste i panni del narratore orale e porta le loro storie tra la gente.

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Italiano
Sabato sera al Teatro Ariston Maurizio Maggiani ha parlato di Risorgimento: «carne macinata per un nuovo universo» è la definizione che Thomas Carlyle diede di Mazzini e della sua azione politica. Il racconto di Maggiani ha voluto rendere omaggio nel solo modo possibile, ricordandone nomi e gesta, a tutti coloro che si impegnarono per tutta la vita, rischiando morte ed esilio, per cancellare l'opinione - sintetizzata in un'efficace sentenza di Lamartine - che l'Europa aveva dell'Italia negli anni 20 dell'800: «un Paese di morti, abitato da polvere umana». Furono costoro, intellettuali e popolani, padani e meridionali, che decisero di agire per fare risorgere il nostro Paese, consapevoli che unificarlo fosse il primo passo per migliorare le condizioni della vita quotidiana. Queste persone stabilirono tra loro di agire in nome di semplici parole d'ordine: giustizia, libertà, pane. Sulla base di queste direttive stipularono un patto tra le diverse classi sociali, con l'obiettivo di insorgere per instaurare governi più equi: come fece Garibaldi quando, liberato il Regno delle Due Sicilie, emanò ordinanze per ridistribuire la terra ed eliminare i privilegi di ecclesiastici e ricchi. Ma qualcuno, si chiede Maggiani, ricorda ancora quelle ordinanze e soprattutto lo spirito, condiviso da tutti, che le aveva promosse? No, nessuno: fatta l'Italia, chi la governò provvide ad abrogarle ripristinando l'atavico sfruttamento. È per questo che Maggiani racconta memoria: non date, o idee, ma racconto di uomini che hanno creduto tutta la vita nell'unificazione e nella crescita del nostro Paese. E che spesso sono stati traditi.

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