12/09/2010

LA LIBRERIA: DELLA VITA, LUOGO DEL RACCONTO


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C'è chi entra in libreria per cercare un libro preciso, c'è chi entra per lasciarsi sedurre dai libri, farsi ispirare dalle copertine, trovare delle sorprese. Mettere in piedi una libreria non è semplice. Non bastano i libri e gli scaffali: servono i librai che sappiano scegliere, che ci facciano incontrare i libri e non ce li nascondano, che ci consiglino con gusto, che ci trasmettano la voglia di tornare. Come si può riuscire a creare questa atmosfera? Laurence Cossé ha provato a scriverci un romanzo, "La libreria del buon romanzo"; Romano Montroni ha fatto il libraio per un'intera vita e ha raccontato la sua esperienza in "Libraio per caso. Una vita tra autori e libri". Due voci a confronto sul luogo del desiderio di ogni lettore, coordinate dal giornalista Marino Sinibaldi.

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Italiano
A Palazzo di San Sebastiano questa mattina si parla di librerie, ovvero dei luoghi dove le carte incontrano i sogni, secondo la definizione di Marino Sinibaldi, moderatore dell'evento.
Laurence Cossé è l'autrice di un libro interessante e provocatorio, "La libreria del buon romanzo", una favola che comincia con un «E se...». E se due persone contrariate dall'industrializzazione del libro realizzassero una libreria che offre solo opere di qualità, senza scendere a compromessi dettati dall'imperativo del guadagno? Come andrebbe a finire.
Romano Montroni subisce il fascino del sogno della Cossé ma rimane legato alla realtà: il mercato è un'altra cosa. Una buona libreria è quella dietro la quale c'è un progetto di qualità. I compromessi sono obbligatori ma non bisogna avere timore di privilegiare i buoni libri, i classici, per accattivarsi il lettore assiduo. È fondamentale che in esse lavorino persone preparate a instaurare una relazione con chi vi entra, a dare consigli e a indirizzare le scelte. Leggere deve tornare ad essere un piacere per tutti.

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