12/09/2010

NÉ-NÉ: NÉ STUDIO NÉ LAVORO


2010_09_12_203
Un nuovo soggetto sociale si affaccia alla storia: il popolo condannato al limbo dell'inerzia, con il diritto a consumare ma con il divieto di produrre. «Smarrita», «invisibile», «rapinata»: la generazione intorno ai trent'anni, sempre più condannata ad un lungo precariato lavorativo, sembra oggi totalmente priva di peso sociale e di tensione progettuale, sia a livello individuale che collettivo. Quale modello di vita, di economia, di cultura, di conflitti si prospetta per questi iloti del XXI secolo? Domenico De Masi ("L'emozione e la regola"; "La fantasia e la concretezza") riflette sulla generazione NÉ-NÉ alla ricerca di un futuro possibile.
 


L'evento 203 ha subito variazioni rispetto a quanto riportato sul programma. Orignariamente il suo svolgimento era previsto presso il Seminario vescovile alle ore 14.30.
English version not available
Italiano
Al Teatro Ariston, lo scopo dell'incontro con Domenico De Masi è di capire in che direzione sta andando il mondo dei giovani, tra studio e lavoro, tra voglia di cambiamento e una società che fatica a cambiare.
Per immaginare il futuro, De Masi parte dal passato, descrivendo com'è nata la concezione odierna del lavoro e della divisione tra vita lavorativa e vita privata. Prosegue analizzando il presente con cifre e dati precisi sulla disoccupazione e precisando la distinzione tra lavoro fisico e lavoro intellettuale, che hanno orari e processi ben diversi tra loro.
De Masi non propone una formula per risolvere tutti i problemi con uno schiocco di dita, ma, con ironia un po' amara, propone spunti per analizzare la precaria (in tutti i sensi) situazione lavorativa in Italia da diversi punti di vista.

1Luoghi collegati

1Rassegne e temi correlati