12/09/2010

Ian Rankin con Sandrone Dazieri

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«Negli anni sessanta, quando tutte le miniere di carbone della Scozia chiudevano per motivi economici e anche un bambino di sei anni poteva vedere la speranza che defluiva dalla città, trovai una via di fuga nell'immaginazione». Così Ian Rankin già a 11 anni iniziò ad avvicinarsi alla letteratura criminale americana e a coltivare la sua vocazione alla scrittura. James Ellroy lo ha definito il re del noir scozzese, e in patria ogni suo libro è un bestseller assicurato. Protagonista dei suoi romanzi è John Rebus, un poliziotto cinico, antisociale e pieno di rabbia malamente repressa, ma insieme attento e instancabile investigatore. Dialoga con l'autore di "Partitura finale" il giallista Sandrone Dazieri.

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Quasi incredulo di tutto il pubblico presente al Palazzo di San Sebastiano, Ian Rankin, prima di iniziare a parlare, fotografa i presenti. Sandrone Dazieri introduce lo scrittore scozzese, definendo i suoi romanzi un perfetta rappresentazione dello spirito di Edimburgo.
Il suo personaggio più famoso è l'ispettore John Rebus, un uomo duro e malinconico, alla continua ricerca della verità. Rebus ha subìto con il tempo dei cambiamenti, che hanno coinciso con le evoluzioni personali da parte dello stesso Rankin. L'autore ritiene che i suoi primi libri siano stati di apprendistato e di aver capito in seguito che potevano essere un mezzo privilegiato per parlare anche dei problemi della società.
Dazieri ritiene che Rankin sia un eccellente prestigiatore, perché nei suoi libri riesce a mescolare così bene le carte, che nulla va come te lo aspetteresti. Nel suo ultimo libro "Un colpo perfetto", lo scrittore, abbandonato il personaggio di John Rebus ormai in pensione, si cala nei panni del criminale Mike Mackenzie. Dopo la pubblicazione del libro, racconta di essere stato contattato dal direttore del museo di Edimburgo, molto preoccupato che il colpo descritto potesse essere realizzato da qualche male intenzionato, tanto era ben congegnato. Così la giornata di entrata libera al museo è stata cancellata.
Dal pubblico chiedono come faccia a raccontare così bene la tristezza. Secondo Rankin parlare di sentimenti cupi è terapeutico, gli dà equilibrio. Raccomanda invece di fare attenzione agli autori che scrivono romanzi d'amore.

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