IMMAGINARE IL FUTURO, UN OGGETTO ALLA VOLTA

Nel 2013 il saggista e game designer Adrian Hon pubblicava A History of the Future in 100 Objects, un libro in cui immaginava oggetti e manufatti che un curatore del 2082 avrebbe selezionato per raccontare il XXI secolo. Erano oggetti che non esistevano, o meglio che non esistevano ancora, ma che ci parlavano di tanti futuri possibili. Alcuni erano solo aggiornamenti di tecnologie esistenti, come i robot per le consegne. Altri erano le conclusioni logiche di tendenze attuali: reti di "downvote" che identificavano ed eliminavano contenuti indesiderabili, o il Glyphish, un linguaggio basato su emoticon che avrebbe sostituito la parola scritta. Altri erano più benigni, come il Braid Collective, un sistema per fornire supporto finanziario agli artisti. A dieci anni dalla pubblicazione della sua opera visionaria, Hon rivede insieme a Giancarlo Cinini quali di quei futuri immaginati un decennio fa appaiano oggi più plausibili.

L'autore parlerà in inglese, con interpretazione consecutiva in italiano.

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