LIBERIAMO LA LIBERATA: TORQUATO TASSO A MANTOVA
È l'estate del 1586: dopo quasi sette anni di sofferta reclusione presso l'ospedale ferrarese di Sant'Anna, dove era stato imprigionato con l'accusa di pazzia, Torquato Tasso riesce a ottenere la liberazione tanto attesa grazie all'aiuto di Vincenzo Gonzaga, futuro duca di Mantova. L'euforia dell'autore si traduce subito in parole cariche di entusiasmo nei confronti della nuova dimensione mantovana: "questa è una splendida città, degna ch'un si muova mille miglia per vederla", scrive all'amico Antonio Costantini. Qui Tasso, rasserenato, vive una stagione di sollievo e rimette mano a molti dei suoi capolavori letterari. Eppure, è una condizione destinata a sfumare presto: dopo solo un anno, in preda all'angoscia, fugge all'improvviso. Cosa ha turbato il poeta? Per provare a capire cosa abbia rappresentato per Tasso la corte di Mantova occorre immergersi appieno nelle contraddizioni che hanno accompagnato la vita di uno dei più importanti poeti del panorama italiano cinquecentesco. Guidano la conversazione Matteo Residori, Emilio Russo e Martina Dal Cengio.