Monicelli, Mario

Persona
Nato a Viareggio nel 1915, Mario Monicelli è una leggenda del cinema italiano. Conseguita la laurea in Storia e filosofia all'Università di Pisa, esordisce come regista nel 1934 con il cortometraggio "Il cuore rivelatore", seguito dal mediometraggio "I ragazzi della via Paal". Dopo aver prestato servizio nell'esercito dal 1940 al 1943, con la sceneggiatura del film "Aquila Nera", diretto dall'amico Riccardo Freda, inizia un fortunato sodalizio con Steno (alias Stefano Vanzina). Monicelli e Steno scrivono e dirigono a quattro mani film di successo ("Totò cerca casa", "Vita da cani", "Totò e i re di Roma"). Nel 1951 firmano "Guardie e Ladri". Avvalendosi della fotografia di Mario Bava e del memorabile duo Totò/Aldo Fabrizi, i due si aggiudicano il premio per la miglior sceneggiatura al Festival di Cannes. Terminata la lunga e proficua collaborazione con Steno, Monicelli dirige Alberto Sordi e Franca Valeri in "Un eroe dei nostri tempi" e, nel 1957, vince l'Orso d'argento per il film "Padri e Figli", interpretato da Aldo Fabrizi e Gina Lollobrigida. Nello stesso periodo, con la sceneggiatura de "I soliti ignoti", scritta insieme ad Agenore Incrocci, Suso Cecchi D'Amico e Furio Scarpelli, si aggiudica il nastro d'argento. "La Grande guerra", da molti considerato il capolavoro del regista, nel 1959 conquista il Leone d'oro alla Mostra del Cinema di Venezia, ex-aequo con "Il Generale della Rovere" di Roberto Rossellini. Un anno dopo, Monicelli gira "Risate di Gioia", con Totò e Anna Magnani. Nel 1963 si avvale della recitazione di Bernard Blier, Marcello Mastroianni e Annie Girardot ne "I compagni". Nel 1965 firma un'altra pietra miliare del cinema italiano, dirigendo Vittorio Gassman e Gian Maria Volontè ne "L'armata Brancaleone". Il dissacrante "Romanzo popolare", con Ugo Tognazzi, Michele Placido e una giovanissima Ornella Muti, nel 1974 conquista pubblico e critica. In seguito, recuperando un soggetto di Pietro Germi, Monicelli dirige Ugo Tognazzi, Philip Noiret, Adolfo Celi, Gastone Moschin e Duilio Del Prete nel celebre "Amici miei" (1975). Nel 1977 collabora nuovamente con Alberto Sordi in "Un borghese piccolo piccolo", affidando all'attore romano uno dei ruoli più sofferti della sua carriera. Il secondo sodalizio con Sordi prosegue quattro anni dopo ne "Il marchese del Grillo". Negli anni '80 e '90, Monicelli continua a scrivere e a dirigere film con indefesso attivismo ("Amici miei atto II", "Speriamo che sia femmina", "Parenti serpenti", "I panni sporchi"). Nel 1991 viene insignito del Leone d'oro alla carriera. Con il suo ultimo film, "Le rose del deserto" (2006), il cineasta toscano, ormai novantenne, si conferma uno degli interpreti più cinici e disincantati delle miserie del Belpaese. Il 29 novembre 2011 si è ucciso lanciandosi dal balcone del reparto dell'ospedale dov'era in cura per un tumore.
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Bibliografia

"La grande guerra", Cappelli, 1979
"L'arte della commedia", Dedalo, 1986
"Autoritratto", Polistampa, 2002
"La commedia umana. Conversazioni con Mario Monicelli", a cura di Sebastiano Mondadori, Il Saggiatore, 2005
"Capelli lunghi", con Massimo Bonfatti e Franco Giubilei, Aliberti, 2008
"Il mestiere del cinema", Donzelli, 2009
"Romanzo di Brancaleone", con Furio Scarpelli, Longanesi, 2009
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