Forest, Philippe
Persona
Philippe Forest al Festivaletteratura 2015 - ©Festivaletteratura
L'affermazione letteraria di Philippe Forest - docente di Letteratura comparata presso l'università di Cambridge, il Saint Andrews College e l'Università di Nantes - risale al 1997 con l'uscita di "L'Enfant éternel" ("Tutti i bambini tranne uno"), primo, struggente racconto del tumore osseo che ha condotto alla morte sua figlia Pauline. «Senza esperienza - ha dichiarato l'autore parigino in un'intervista - senza la malattia e la morte di mia figlia, non sarei mai diventato uno scrittore». Da allora la sua opera in prosa si distingue per la prevalenza di una forte matrice autobiografica: mentre "Toute la nuit" (1999) prosegue sulla scia del precedente lavoro e prova nuovamente a sondare il mistero della scomparsa di un bambino, "Le nouvel amour" (2007) si focalizza sulla forza della passione amorosa, "Sarinagara" (2008) sull'arte come rifugio dal dolore e "Le siècle des nuages" (2010) sull'epopea dell'aviazione, che funge da pretesto per abbozzare un vivido ricordo del padre pilota. La costante ricerca di una letteratura capace di «dare risposta a domande senza risposta» trova un valido esempio anche nel romanzo filosofico "Le chat de Schrödinger" (2013), in cui Forest si misura con uno dei più ostici paradossi della meccanica quantistica, individuando in esso una potente metafora della condizione umana e della scomparsa dei nostri cari.
His literary success, a professor of comparative literature at Cambridge University, Saint Andrews College and Nantes University, dates back to 1997 with the publication of "L'Enfant éternel", first, moving novel about the bone cancer that killed his daughter Pauline. «Without my daughter's death, I would have never become a writer», he declared in an interview. Since then his prose has been characterized by autobiographical notes: "Toute la unit" (1999) on the wake of the previous book it probes into the mystery of the disappearance of a child, "Le nouvel amour" (2007) focusses on the power of love passion, "Sarinagara" (2008) on art as a refuge from pain and "Le siècle des nuages" (2010) on the adventures of aviation, remembering his father who was a pilot. In 2013 he wrote "Le chat de Schrödinger" (2013), where Forest deals with one the most complicated paradoxes of quantum mechanics, as a metaphor of the human condition and the disappearance of our loved ones.