Schilton, Elia

Persona
Elia Schilton al Festivaletteratura 2016 - ©Festivaletteratura
Di madrelingua francese, si diploma presso l'Accademia dei Filodrammatici di Milano con Ernesto Calindri. Debutta nel 1978 con "La Duchessa di Amalfi" di Webster, regia di Mario Missiroli, dal quale è diretto anche in "Verso Damasco" di Strindberg e "Antonio e Cleopatra" di Shakespeare. Collabora a più riprese con Carlo Cecchi, suo grande Maestro, che lo dirige in "Il Misantropo" e "George Dandin" di Molière, nella Trilogia shakespeariana ("Amleto", "Sogno di una notte d'estate", "Misura per misura"), in "Le nozze" di Cechov, "Hedda Gabler" di Ibsen e "Claus Peymann compra un paio di pantaloni." di Bernhard. Il suo viaggio nei classici vanta molte altre prestigiose collaborazioni, non ultimo l'incontro con Luca Ronconi, che lo dirigerà in "Professor Bernhardi" di Schnitzler, "Drammi di guerra" di Bond, "Lo specchio del diavolo di Ruffolo e "Troilo e Cressida" di Shakespeare. Per il cinema è stato interprete in film di Brusati ("Lo zio indegno"), Fago ("Pontormo"), Bondì ("De Reditu"), Papetti ("Noi due") e Sorrentino ("L'amico di famiglia"). Per la televisione, oltre che in produzioni in lingua francese, ha recitato tra gli altri in film di Giraldi e Sironi. Per la radio ha prestato la voce, anche in lingua francese, a testi teatrali come "Sorveglianza speciale" di Genet, diretto da Ida Bassignano, a programmi in diretta e a numerosi sceneggiati come "Cervo bianco" e "Blu Romantic" di Alberto Gozzi. La lettura integrale di numerosi romanzi per Rai Radio 3 nutre e conforta, con grande soddisfazione, l'idea ─ non solo sua ─ che la radio faccia sognare. Nel corso delle ultime stagioni è stato protagonista di "Tartufo" di Molière per la regia di Carlo Cecchi e di "I Demoni" di Dostoevskij a cui è seguito "Il ritorno a casa" di Pinter, per la regia di Peter Stein, nuovo felice incontro. "Il prezzo" di Arthur Miller è la commedia interpretata nel corso della stagione corrente, all'interno della Compagnia Orsini, per la regia di Massimo Popolizio, seguita da "Qohelet" nella traduzione di G. Ceronetti - in lingua italiana e in ebraico su musica e danza - per la regia di Federica Santambrogio.
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