Meyer, Clemens
Persona
Meyer Clemens al Festivaletteratura 2017 - ©Festivaletteratura
«Non sarei quello che sono - ha asserito Clemens Meyer - se non fossi cresciuto come un figlio della strada, usando un'espressione un po' melodrammatica. Lì è dove ho appreso la cifra stilistica della mia scrittura. I miei amici giù al pub mi riconoscevano come un racconta storie». Con il suo "Als wir traumten", tradotto per la prima volta in Italia nel 2016 col titolo "Eravamo dei grandissimi", il giovane autore tedesco (Halle, 1977) ha seguito il passaggio dei suoi protagonisti (Daniel, Mark, Paul e Rico) da una DDR che è stata il regno della loro infanzia a una sofferta adolescenza nella Germania riunificata dopo la caduta del Muro, tessendo un mirabile intreccio tra le speranze e i sogni traditi di quattro giovani «ex-pionieri» e quelli di un'intera generazione cresciuta dopo «la Svolta». In seguito allo straordinario successo dell'opera prima, che a distanza di anni continua a essere tradotta e letta in più paesi (e dalla quale nel 2015 è stato tratto l'omonimo film di Andreas Dresen presentato alla 65a Berlinale), Meyer si è affermato come uno dei più promettenti autori della scena europea e ha pubblicato diversi libri, tra i quali "Die Nacht, die Lichter. Stories" (2008), che gli è valso il premio della Leipziger Buchmesse, "Gewalten. Ein Tagebuch" (2010) e "Im Stein" (2013), finalista al Deutscher Buchpreis.
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