Fontcuberta, Joan
«Graffiante, pirotecnico e instancabile, Fontcuberta ha messo alla berlina le convenzioni culturali che ci influenzano e, talvolta, ci opprimono davanti a una fotografia» ("Fotografia Europea"). Esperto nella manipolazione dell'immagine, dalla seconda metà anni degli anni Ottanta l'artista spagnolo (Barcellona, 1955) si è imposto nel panorama della fotografia internazionale come uno dei nomi più influenti e innovativi. La sua poetica ha preso forma grazie a lavori pionieristici come "Herbarium", "Fauna" e "Sirens", assemblaggi di immagini che richiamano cataloghi medievali e figure archetipiche del mondo vegetale, animale e mitologico, come pure in "Constellations", originale reinterpretazione delle galassie e degli spazi siderali basata su ingrandimenti di tracce di polvere e materiali residuali. In progetti come "Sputnik" e "Deconstructing Osama", la sua arte compie un ulteriore passo in avanti, camuffandosi nella rappresentazione e giocando con icone note e meno note dell'immaginario collettivo, talvolta reinventando la storia attraverso la fotografia. Come ha sottolineato Michele Smargiassi su "Repubblica": «Da qualche anno Fontcuberta indaga, inevitabilmente, il nuovo rapporto tra noi e le immagini tecnologiche che ci sembrano così servizievoli: chi comanda davvero, fra noi e loro, che ideologia portano nascoste nei loro software e ci impongono?». Già fondatore nel 1980 della rivista "Photovision", saggista prolifico e docente di Comunicazione Audiovisiva all'Università Pompeu Fabra di Barcellona, Fontcuberta ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti e la sua opera, al centro di decine di mostre personali e collettive, è stata collezionata ed esposta in musei di arte e scienza di tutto il mondo, dal MoMA di New York al Science Museum di Londra.
(foto: © Festivaletteratura)
English version not available