Gentile, Emilio
Emilio Gentile, classe 1946, è uno storico italiano originario di Bojano, in provincia di Campobasso. È stato allievo di Renzo De Felice ed è riconosciuto a livello internazionale come uno dei massimi studiosi viventi dell'Italia giolittiana e dell'epoca fascista. In La Voce e l'età giolittiana, la sua prima opera monografica, ha analizzato il ruolo della rivista La Voce – fondata da Giuseppe Petrolini e Giovanni Papini – nel panorama culturale e politico italiano di inizio Novecento; sulle orme del maestro De Felice ha poi iniziato a studiare sistematicamente la nascita dell'ideologia fascista e la centralità assunta dalla figura di Benito Mussolini, a partire da Le origini dell'ideologia fascista del 1975 e Mussolini e La Voce del 1976. Le sue ricerche sui rapporti tra modernità e fascismo, sul mito totalitario della nazione e sulle peculiarità del regime fascista, passano anche attraverso saggi come Il mito dello Stato nuovo (1982), la Storia del Partito fascista. 1919-1922 (1989), Il culto del littorio (1993), Le religioni della politica (2001), La via italiana al totalitarismo (2001), Fascismo. Storia e interpretazione (2002), Il fascismo in tre capitoli (2004), E fu subito regime (2012), e altri ancora. Grazie ai suoi studi ha vinto, tra gli altri, il Premio Hans Sigrist dell'Università di Berna nel 2003 e l'onorificenza 'Renato Benedetto Fabrizi' dell'Associazione Nazionale dei Partigiani d'Italia nel 2012. In una delle sue opere giù recenti, intitolata Chi è fascista (2019), Gentile si interroga su cosa sia stato storicamente il fascismo a cento anni dalla sua nascita e su quanto abbia senso parlare oggi, nonostante la crisi delle democrazie e l'emergere di nuove forme di autoritarismo, di "pericolo fascista".