Mathlouthi, Emel

Persona

La cantante tunisina Emel Mathlouthi allinea natura e musica nel suo terzo album, Everywhere We Looked Was Burning, pubblicato da Partisan Records. Nell'arco della sua carriera artistica, Mathlouthi ha compensato l'educazione opprimente ricevuta nel paese natale rivolgendosi alla musica. È passata dall'esibirsi in una band heavy metal del liceo a comporre di canzoni di protesta che hanno raccolto un enorme seguito sui social media per l'abile amalgama di melodie accorate ed elettroniche spiazzanti. Tra queste, Kelmti Horra (My Word is Free) ha generato milioni di visualizzazioni durante la rivoluzione tunisina del 2011. La canzone è stata l'inno della Primavera araba, ha dato nome al suo album di debutto e l'ha portata a esibirsi al Concerto del Premio Nobel per la Pace 2015, dove ha eseguito il brano tra applausi fragorosi. Ensen, del 2017, ha illuminato la sua crescita creativa ed è stato prodotto da Valgeir Sigurðsson (Sigur Ros) e Johannes Berglund (The Knife, Shout Out Louds, Ane Brun). A proposito della cantante, Pitchfork ha dichiarato: «Il mondo ha bisogno degli inni di Emel Mathlouthi contro la macchina della dittatura», mentre NPR l'ha ribattezzata «Il catalizzatore del cambiamento del ventunesimo secolo». Anche in Everywhere We Looked Was Burning, Emel continua ad accrescere la sua musica e la sua arte. Segnata dal trasferimento a New York con la sua famiglia e dalle raccolte di poesie di Rainer Maria Rilke, T.S. Elliot e John Ashbury, ha scelto di cantare la maggior parte dell'album per la prima volta in inglese, basandosi sulla struttura dell'opera sequestrata Upstate. Ha lavorato con i produttori Steve Moore [Zombi] e Ryan Seaton e con i collaboratori abituali Ash Koosha a Londra, Karim Attoumane e Amine Metani in Francia e la musica si è cristallizzata nel 2018 e 2019. Apre l'album il singolo Rescuer del 2019, in cui spiccano la chitarra ambient, i fiati campionati e il suo audace grido di battaglia. A ottobre 2020, è prevista l'uscita del suo nuovo album Tunis Diaries.

Bibliografia

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