Pignatone, Giuseppe
Nato Palermo nel 1949, Giuseppe Pignatone entra in magistratura nel 1974. Dopo un'esperienza come pretore a Caltanissetta, nel '77 viene trasferito alla Procura di Palermo, dove nel 2000 è nominato Procuratore aggiunto. Qui, insieme a Pietro Grasso, dirige la Direzione distrettuale antimafia e porta a termine molte indagini contro Cosa nostra. Già negli anni Ottanta incrimina Vito Ciancimino, ex sindaco di Palermo poi condannato per mafia e corruzione, mentre nel 2003 indaga l'ex presidente della Regione Totò Cuffaro. Portano la sua firma anche le indagini che conducono all'arresto del boss Bernardo Provenzano dopo 43 anni di latitanza. Nel 2008 è nominato procuratore capo di Reggio Calabria e inizia ad assestare duri colpi alla criminalità organizzata, contro i quali la 'ndrangheta risponde con una lunga serie di atti intimidatori ai suoi danni. Nel febbraio 2012, il Consiglio Superiore della Magistratura lo nomina all'unanimità Procuratore capo di Roma. Nel 2014 Pignatone avvia un'indagine sugli intrecci tra criminalità mafiosa e politica nel Comune di Roma denominata "Mafia Capitale", che porta a 37 arresti tra membri della criminalità capitolina capeggiata da Massimo Carminati, esponenti del centrodestra della giunta Alemanno, esponenti del PD, nonché del consiglio comunale di centro sinistra. Dopo aver portato a termine il suo incarico in magistratura nel 2019, viene nominato da Papa Francesco presidente del Tribunale di prima istanza della Città del Vaticano. È editorialista di Repubblica e ha scritto diversi saggi, compreso Fare giustizia (2021), di prossima uscita per Laterza.