Vollmann, William T.
«La mia più grande nevrosi – ha affermato David Foster Wallace – si chiama William Vollmann». Originario di Santa Monica, classe 1959, Vollmann è tra gli scrittori statunitensi più complessi e imprevedibili della sua generazione. Vanta una sterminata produzione narrativa e saggistica, accompagnata da un'altrettanto nutrita quantità di articoli e reportage. Ha viaggiato tra gli Stati Uniti, l'Europa e l'Asia centrale e orientale, pubblicando scritti di viaggio per la rivista Spin, per il New Yorker e altre testate. Molteplici e lucidissimi i suoi sguardi sul mondo: dal racconto dell'Afganistan sotto l'occupazione sovietica in An Afghanistan Picture Show, a quello degli abissi di degrado e prostituzione tra Thailandia e Cambogia in Storie della farfalla, senza dimenticare i ritratti di orgoglio e disperazione al centro del reportage I poveri. E ancora, tra le sue opere si annoverano il monumentale trattato sulla violenza Rising Up and Rising Down; il ciclo sul mito della fondazione americana intitolato I sette sogni, di cui sono stati tradotti La camicia di ghiaccio, Venga il tuo regno e I fucili; un saggio sul teatro Nō giapponese (Kissing the Mask); indimenticabili romanzi come Europe Central (vincitore del National Book Award) e raccolte di short stories (I racconti dell'arcobaleno, Tredici storie per tredici epitaffi, Ultime storie e altre storie). Vive in California con la moglie e la figlia.