04/09/2002

UNA SOLITUDINE TROPPO RUMOROSA


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Dall'omonimo romanzo di Bohumil Hrabal
 In un magazzino di recupero della carta vecchia un uomo imballa pacchi destinati al macero. All'interno di ogni pacco pone un libro aperto su un pensiero di Kant, di Erasmo o di Lao-Tze. Hanta, il protagonista, cerca così di preservare la propria integrità dalla distruzione di cui egli è al tempo stesso vittima e strumento. Andrea Renzi, nella sua rivisitazione teatrale del romanzo di Hrabal, ci propone un Hanta più giovane, attraversando le diverse fasi della vita di questo tragicomico personaggio.

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Italiano
Inizio teatrale 'a tema' per il Festivaletteratura. Andrea Renzi, interprete unico e regista della piece, porta in scena "Una solitudine troppo rumorosa", tratto dall'omonimo romanzo di Bohumil Hrabal. Hanta, il giovane protagonista, lavora in un magazzino per il recupero della carta e in mezzo al fiume di giornali e vecchie cartacce destinati al macero che quotidianamente gli passa fra le mani, a volte scova un libro, «un libro dal dorso prezioso». Il lavoro ripetitivo e monotono si interrompe per qualche istante, in cui Hanta può leggere e «gustare come caramelle» le parole di Hegel, Shakespeare, Goethe. Un libro aperto viene così deposto in ogni pacco destinato al macero, quasi a santificare il rituale di distruzione del quale Hanta è protagonista. Di tutt'altro tono il secondo episodio, nel quale Renzi diverte il pubblico raccontando le disavventure sentimentali del personaggio. Il finale è a sorpresa, tragico e dissonante dal tono spensierato della seconda parte dello spettacolo, evocando insieme alle storie private delle persone comuni la storia dei grandi uomini e dei regimi di Stato.

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