08/09/2002

Irvine Welsh con Robin Robertson

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Irvine Welsh ha esordito con "Trainspotting", divenuto presto un successo planetario. In un'epoca di mediocrità politica, lo scozzese Welsh è considerato il più importante scrittore sociale della Gran Bretagna, anche se lui afferma di scrivere solo del «suo mondo, della sua gente e delle cose che ama, come il calcio e la musica». Anche il recente "Colla" è un libro duro, sporco, ambientato in una Edimburgo proletaria. Con lui al Festival l'amico e poeta Robin Robertson. Condurrà l'incontro la giornalista Valentina Agostinis.

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«Que sera, sera» Welsh canticchia di fronte al suo pubblico, un mare mosso di appassionati, e si capisce che è in vena. L'autore di "Trainspotting", "Ecstasy", "Acid House", "Il Lercio" e "Colla", in attesa della traduzione italiana della sua ultima fatica "Porno", esordisce con un fuori programma alzandosi in piedi e leggendo un estratto, per l'appunto, da "Colla": il capitolo è "Richard Gere" e si può dire che è una storia d'amore, ma raccontata in puro stile Welsh. Si passa poi alle domande. La platea è un magma in ebollizione, il brusio di mille richieste si dibatte per prendere forma, e comincia così una metodica schematizzazione (per quanto possibile) di un personaggio fuori dalle righe, tra le righe e mai sopra le righe. E così scopriamo che sì, è quasi tutto vero, il suo linguaggio greve e incisivo è una fusione dello slang dei sobborghi di Edimburgo infarcito di contaminazioni zingaresche. Sì, quella è la vita che lui e i suoi amici e compagni di strada hanno conosciuto, fra sballi con droghe e musica. C'è un vero amore per la cultura e la subcultura dei suoi anni Novanta. Perlomeno fino a quando anch'essi sono stati contaminati dai marchi e tolti dalle mani dei giovani che li hanno creati, insomma: non c'è più l'ecstasy di una volta! Robin Robertson, poeta, editor, amico fraterno «e basta», puntualizza lui, parla del suo sentirsi fuori posto sul palco, dato che un editor nella concezione corrente, è una figura tanto importante quanto destinata a vivere nell'ombra.

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