04/09/2003
David Grossman con Alessandra Orsi
2003_09_04_048
David Grossman è considerato uno tra i più rappresentativi autori israeliani. Amato per i suoi originali e intensi romanzi ("Qualcuno con cui correre"), i racconti per bambini ("Un bambino e il suo papà") e gli autorevoli interventi sulla situazione politica e sociale del suo paese, torna a incontrare il pubblico di Festivaletteratura. Dialoga con lui la giornalista Alessandra Orsi.
L'evento 048 ha subito variazioni rispetto a quanto riportato sul programma. Originariamente il suo svolgimento era previsto presso Piazza Castello.
L'evento 048 ha subito variazioni rispetto a quanto riportato sul programma. Originariamente il suo svolgimento era previsto presso Piazza Castello.
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A distanza di tre anni, quando inaugurò il Festivaletteratura con un reading di un racconto inedito, David Grossman torna a Mantova, come scrittore, più che come commentatore politico. Lo presenta ad una platea appassionata Alessandra Orsi, che non si fa sfuggire l'opportunità di parlare d'amore. Per rompere il ghiaccio l'Autore inizia con una lettura in ebraico, «per sentirmi a casa» dice. Nel nuovo libro, la narrazione di Grossman è usualmente sospesa tra realtà e immaginazione, perché «preferisco scrivere di cose che potenzialmente potrebbero rovinarmi, voglio che i miei libri mi sorprendano e mi facciano scoprire nuove cose». Infatti si spinge sul crinale del significato di due parole molto pericolose: amore e gelosia, quest'ultima pronunciata sempre in italiano, in un'indagine che gli ha richiesto undici anni di lavoro. La conclusione, se di conclusione si può parlare, è che, nonostante la tendenza della natura umana a proteggersi dagli altri, capita di incontrare qualcuno da qualche parte del mondo cui raccontare storie, e che questo qualcuno voglia raccontarci le sue storie. È la definizione che Grossman dà dell'amore, e che potrebbe adattarsi alla sua scrittura complessa e comprensibile solo al lettore che voglia aprirsi. Alessandra Orsi infine gli chiede, parafrasando un celebre racconto di Carver, «in quanti siamo quando parliamo d'amore?». È una bella domanda, il silenzio di Grossman è una bella risposta. Anche il pubblico è in silenzio.