07/09/2003
IN CARNE E OSSA . Il corpo narrato
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A partire dal corpo scrutato, descritto, percorso, «testimoniato e testificato», nell'ultimo libro di Valerio Magrelli, il colloquio con Sergio Givone cercherà di mettere a fuoco uno dei punti nevralgici della riflessione contemporanea, tra clinica e critica, scienza e letteratura, arti visive e filosofia.
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Italiano
"Nel condominio di carne" è il titolo dell'ultimo lavoro di Valerio Magrelli: è la carne del nostro corpo che non ci appartiene, ma abitata da flussi sotterranei e brulicanti, organi silenziosi da ascoltare quando si fanno sentire nella malattia. Il malato è, per il poeta, un'esecuzione musicale che si esprime tramite i suoi odori, anche cattivi, i suoi morbi, anche minimi, le protesi alle quali si deve affidare, come gli occhiali o l'apparecchio per i denti. L'ascolto umile del corpo ci rinvia alla percezione del tempo che gli scorre addosso, corrodendolo e disegnando rughe di vecchiaia. Il viaggio, l'infanzia e la malattia ritornano come temi portanti, nel libro, trasformate in parole paradossali e spesso eccessive. Tuttavia, come suggerisce Sergio Givone, che con Magrelli ingaggia un dialogo puntuale ed appassionato, proprio perché il corpo è apertura di orizzonti «ultradermici», mistero, costellazione complessa, risulta traducibile soltanto in parole «paradossali ed eccessive».