07/09/2003
MISTERIOSO . Viaggio intorno a Monk
2003_09_07_202
Stefano Benni, voce recitante; Umberto Petrin, pianoforte
.
Prevendita presso BOX OFFICE .
Uno spettacolo dedicato a Thelonious Monk, a vent'anni dalla sua morte: un omaggio al pianista più rivoluzionario della storia del jazz. Stefano Benni lo ricorda in un reading che riunisce citazioni dalla biografia del grande pianista e brani di Allen Ginsberg, Dylan Thomas, Geoff Dyer, Laurent De Wilde e suoi originali. La voce dello scrittore si incrocia con il pianoforte di Umberto Petrin, massimo esecutore italiano di Monk, che reinterpreta alcuni temi quali "Evidence", "Criss-Cross", "Work", per terminare con un'emozionante versione voce/piano del brano "Misterioso".
Prevendita presso BOX OFFICE .
Uno spettacolo dedicato a Thelonious Monk, a vent'anni dalla sua morte: un omaggio al pianista più rivoluzionario della storia del jazz. Stefano Benni lo ricorda in un reading che riunisce citazioni dalla biografia del grande pianista e brani di Allen Ginsberg, Dylan Thomas, Geoff Dyer, Laurent De Wilde e suoi originali. La voce dello scrittore si incrocia con il pianoforte di Umberto Petrin, massimo esecutore italiano di Monk, che reinterpreta alcuni temi quali "Evidence", "Criss-Cross", "Work", per terminare con un'emozionante versione voce/piano del brano "Misterioso".
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Italiano
Benni è Thelonious Monk, Petrin la colonna sonora della sua vita. Questo è il tema dell'evento, un reading intenso che ha attirato un pubblico numeroso. Stefano Benni, autore di romanzi come "Bar Sport" e "Terra!" interpreta con voce elegante alcune citazioni dalla biografia di Monk e brani estratti da alcuni suoi lavori. Umberto Petrin è un pianista eccezionale, sembra che le sue dita scivolino con estrema facilità sui tasti avorio e pece del suo pianoforte, vere arterie di note monkiane. Benni sfolgora temi su un'America che non ha mai compreso il talento di Monk, l'intolleranza, la guerra per il petrolio, l'America che non piace a nessuno. Petrin ha musicato il tutto con brani dello stesso Monk, di Tom Waits ("I'm steel here") e suoi, guardando costantemente le sue mani, un'abitudine di Monk mai compresa.