09/09/2004

Edward Bunker con Carlo Lucarelli


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«La mia vita l'ho vissuta veramente, in modo pieno, ricco. Ci sono delle cose che ho fatto di cui mi vergogno, ma quando mi guardo allo specchio, posso essere fiero di come sono. Quel mio carattere che mi ha spinto alla ribellione, è lo stesso che mi ha permesso di sopravvivere e di impormi». Scrittore per cui la vita è non solo fonte di ispirazione, ma un tutt'uno con ciò che scrive ("Come una bestia feroce"; "Animal Factory"), Edward Bunker divide il suo talento tra la letteratura e il cinema, creando personaggi unici e indimenticabili. Dialoga con lui lo scrittore Carlo Lucarelli.

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Un lungo applauso ed una timida standing-ovation chiudono i cinque minuti d'attesa in più: Edward Bunker è uno di quei personaggi che incutono timore. È più combattivo di quanto immaginassi, ma si presenta accondiscendente verso la tempesta di foto che lo avvolge poco prima di sedersi. Carlo Lucarelli ha le mani piene di domande: e Bunker a domanda risponde. Parla di come si sia formato leggendo fino a cinque libri la settimana. Descrive le carceri americane, di quanto preferisca il carcere 'old style' alle nuove prigioni: là, certo, rischiavi molte botte ma almeno avevi l'opportunità di avere un rapporto fisico con qualcuno, senza essere legato con le catene prima che il secondino apra la porta della cella. Sostiene con fermezza di non approvare Bush ed il suo fanatismo religioso; ma d'altra parte non è che ami Kerry ed il suo non prendere mai chiara posizione. Anche il pubblico pone molte ed interessate domande. Bunker, 'Eddie' Bunker, risponde calmo: non ha tempo da perdere. Ha imparato molto dalla vita, dalla sua vita, fatta di tanto carcere: sopra ogni cosa, ha imparato a raccontarla. E se è vero come dice Lucarelli che non è una vita invidiabile, altrettanto vero è che di questa esperienza oggi ne attingiamo a piene mani: ad esempio di tenacia.

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