10/09/2004

Paola Mastrocola con Giovanni Pacchiano


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Di mode, umori e tendenze giovanili scrivono i giornali ogni giorno decine di articoli tutti uguali, come se i giovani, fossero un unicum indistinto. Eppure proprio la gioventù è la stagione della vita in cui più forte si sente l'esigenza di definirsi come individui, e i ragazzi, in una società che tende ad omologare, trovano sempre meno sponde per affermarsi come tali. Paola Mastrocola, già vincitrice del Premio Calvino con "La gallina volante", in "Una barca nel bosco" racconta in particolare di un sistema scolastico che non esalta i talenti dei giovani ma li comprime. Dialoga con lei il giornalista e scrittore Giovanni Pacchiano.

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Italiano
Paola Mastrocola, torinese, laureata in lettere, insegnante, che insieme al giornalista Giovanni Pacchiano cerca di esplorare con una voce 'fuori dal branco', il mondo dei giovani. Sono tanti i libri, gli articoli, i sevizi di televisivi che si occupano di tendenze e mode giovanili, spesso senza riuscire a fornirne un'immagine sfaccettata e completa. Non è certamente il caso dell'ultimo romanzo della Mastrocola, "Una barca nel bosco", in cui racconta di una scuola che non sa mettere in luce le capacità degli studenti, ma, al contrario, le comprime. L'incontro di oggi affronta più di tutto il tema del branco, in cui i giovani si rifugiano per debolezza e per bisogno di farsi accettare, in una scuola e in una società che 'branchizza', vale a dire, che non premia i tentativi di chi cerca di uscirne e non ne valorizza le potenzialità. Infatti, secondo l'autrice, il branco è tutto ciò che fa perdere il senso della differenza: ci si veste, si vive, si parla e alla fine si pensa allo stesso modo. Eppure c'è un antidoto potentissimo: la letteratura intesa sia come passione che come strumento per leggere in modo poliedrico la realtà. Le domande del pubblico sono numerose, le risposte sempre generose, mai scontate. Così più che ad un incontro tra autrice e pubblico si ha l'impressione di essere ad una animata riunione tra colleghi insegnanti. Da un lato e dall'altro del palco sembra annullarsi ogni distanza: alcuni episodi del romanzo ritornano con prepotenza nell'esperienza quotidiana degli spettatori, che si interrogano sulla scuola e sui giovani di oggi e, soprattutto, di domani.

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