10/09/2004
IL CIELO DEGLI ALTRI
2004_09_10_087
Gli uomini del mondo. Questo è quello che si vuole raccontare. Younos scappa dall'Iraq, Kirom dall'Albania. Draid viene dal Libano, Ahmed dall'Algeria, mentre Mladen è disperso in Bosnia. Queste ed altre storie di guerra, persecuzione, sogni di ricchezza e fughe dalla miseria colorano il cielo degli altri, un cielo nostalgico, di solitudine, di perdita, di assenza.
Con Isadora Angelini, Andrea Bettaglio, Serena Cazzola, Deborah Ferrari, Raffaella Tiziana Giancipoli, Alessandro Lucignano, Robert McNeer, Guillaume Moreau, Donato Nubile, Luca Serrani.
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Italiano
Un cielo fosco, eppure policromo, quello di César Brie creato per i dieci giovani attori - di diverse nazionalità - di un laboratorio teatrale svoltosi lo scorso anno in territorio italiano. E proprio territori, terre, nazioni e nazionalità sono al centro di una narrazione che parla di un flusso migratorio che l'Italia questa volta si trova a ricevere e che, in un gioco di contrappasso, riporta ora all'immigrazione Italiana di inizio secolo verso l'America e di metà secolo verso il nord Europa. Gli interpreti, con la forte energia derivate dalla partecipazione diretta alle istanze proposte, come nuvole di un cielo che incombe su terra di altri colorano la scena. Gli attori sono l'asse portante di una rappresentazione in cui si evidenziano chiaramente le linee della poetica di Brie. La scena parlante, lo spazio raccontato e costruito durante le prove con l'improvvisazione, si animano dell'esperienza individuale degli attori che si sovrappone alle storie personali di persecuzione, guerra, fughe dalla miseria, difficoltà di integrazione, analizzando in questo modo i temi dell'identità e della memoria. Il regista argentino, fondatore del Teatros de los Andes in Bolivia, ha fatto vibrare ancora una volta il pubblico raccontando la vita, una vita che ha l'obbligo di lasciare un segno nella storia attraverso le azioni, anche piccole, di esistenze che acquistano nella loro anonimità il valore intenso di universali.