07/09/2005

Nick Hornby con Enrico Franceschini


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Nick Hornby, una delle voci più originali della letteratura inglese contemporanea, descrive nei suoi libri vizi e virtù della sua generazione. Autore di vari romanzi di successo, viene unanimamente apprezzato per lo stile piacevole ed intrigante delle sue storie. Con il suo ultimo "Non buttiamoci giù" realizza un romanzo corale, i cui protagonisti, incapaci di affrontare le difficoltà della età matura, si ritrovano tutti aspiranti suicidi. Lo intervista il giornalista Enrico Franceschini.

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«Non amo molto i Franz Ferdinand», ammette Nick Hornby, «e... perché no? Perché non fare un confronto Dickens-Hornby? Penso d'essere molto meglio di Dickens». È deciso, e dannatamente ironico. Dice che sì, nel suo ultimo "Non buttiamoci giù" si è identificato in un personaggio, J.J, un ragazzo frustrato: ma per nascondersi, gli ha dato qualche capello in più. E se è così bravo a narrare attraverso una voce femminile ("Come diventare buoni") è perché, adesso che ha 48 anni, può passare molto tempo con diverse donne: sua madre, per esempio, poi sua sorella e le sue due mogli. Una nota seria s'insinua quando parla di Londra, quella città sfondo di tutti i suoi racconti e colpita duramente qualche mese fa. Ma le ultime due stoccate sono ben ponderate, imperdibili. «La Juventus ha sprecato i suoi soldi», risponde ad un'imbeccata sul trasferimento di Vieira dall'Arsenal, squadra di cui è acerrimo tifoso. L'ultimo colpo è da affondamento: «...e di Tony Blair, questo è veramente incomprensibile, più delle bombe sganciate sull'Iraq: che dignità può avere, a passare le sue vacanze con Cliff Richards?».

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