08/09/2005

LE PAROLE E IL PIANOFORTE


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Le molte vite (artistiche) di Marco Castoldi, in arte Morgan: dal pop di ricerca dei Bluvertigo alla rilettura di De Andrè, passando per le colonne sonore, le canzoni e la riscoperta dei classici italiani anni Sessanta. Pensieri e memoria in una conversazione musicale condotta dal critico e giornalista Enzo Gentile.

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Italiano
Nel suggestivo Teatro Bibiena, colmo di visitatori e soprattutto di fans, entra all'improvviso con passo veloce Marco Castoldi, ovvero Morgan. Magistralmente seduto al piano, posto al centro del palco, dà immediato omaggio a Endrigo interpretando "Per te" ed al pubblico, per la maggioranza femminile, entra subito un bruscolino nell'occhio. La cultura e la passione musicale di Morgan nasce da quando era bambino, attraverso la televisione e con l'ausilio di sua madre che suonava per lui musica classica dall'effetto soporifero-tranquillante. Mentre Morgan si racconta, non tralascia di accompagnarsi incessantemente con le dita al piano, facendosi da colonna sonora: «sono sano solo quando faccio e ascolto musica, per il resto è caos». Oltre ad essere bravo, Morgan è anche un ragazzo dotato di singolare simpatia: a domande sempliciotte come «quali sono i tuoi artisti preferiti» risponde con irriverenza «Quelli morti». Oppure «mi piace moltissimo Leopardi, perché è un tipo strano, anche se non potrei mai fare canzoni alla Leopardi». Marco Castoldi chiude l'evento rispondendo all'ostica domanda di Enzo Gentile: «quando si riuniranno i Bluvertigo?» e con la sua espressione beffarda da bel tenebroso ribatte, «I Bluvertigo non si sono mai sciolti!».

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