09/09/2005

Jørn Riel con Massimo Cirri


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Tra gli autori nordici più amati e tradotti, Jørn Riel è nato nella città di Hans-Christian Andersen. Al centro delle sue storie, caratterizzate da un originale connubio di umorismo e lirismo, i cacciatori della Groenlandia, dei quali ritrae la vita solitaria, ma ricca di primordiale solidarietà. Lo incontra Massimo Cirri. 
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Jorn Riel confessa di non essere capace di stare seduto «coi piedi in una pentola bollente» e di odiare la corruzione che impera nei diversi paesi del mondo: perciò si sposta da un capo all'altro del globo alla ricerca di un 'equilibrio'. Riel racconta al pubblico in maniera avvincente le sue spedizioni sulla coppa glaciale, dove rimase per ben undici mesi in sola compagnia dei suoi cinque cani e del ghiaccio; della gente che ha incontrato durante i suoi viaggi, popoli crudeli, come quelli che durante il massacro in Cina uccisero la sua compagna, o pacifici, come gli aborigeni della Nuova Guinea. Le avventure che intraprende sono dure, richiedono coraggio e capacità di adattamento, sia a livello fisico che a livello psicologico; tuttavia, afferma l'autore, solitudine e sofferenza danno conoscenza. Riel afferma infatti con pacatezza che la sua unica paura è rappresentata dall'uomo, dal male che esso può generare ed usare contro gli altri uomini. La vita dello scrittore è dunque costellata di avventure e di sventure, riversate nelle sue opere in una magistrale mescolanza tra vero e non vero.

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