09/09/2005

DALLA PARTE DELL'ASSASSINO


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Non si possono definire semplicemente gialli i romanzi di Alessandro Perissinotto: all'interno di una trama intrigante troviamo infatti acute ricostruzioni storiche ("L'anno che uccisero Rosetta") o credibili meccanismi psicologici come nell'ardito "Al mio giudice", dove, proseguendo nella lettura, il lettore tifa più per l'assassino che per la vittima. E forse anche il giudice... Lo scrittore piemontese si confronta sul tema con Lella Costa.

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Italiano
Una fitta pioggia non ha impedito ad una folla numerosa di riunirsi nel Chiostro del Museo Diocesano per assistere all'evento che vedeva protagonisti il giallista torinese Alessandro Perissinotto e Lella Costa. È proprio l'attrice milanese che tiene le redini dell'incontro incalzando l'autore piemontese con la simpatia che la contraddistingue. Il talento del giornalista torinese sta nel dipingere, attraverso le pagine dei suoi romanzi, quadri di memoria collettiva che lasciano riaffiorare le storie nascoste dietro ogni crimine e che danno al colpevole un valore etico e morale concreto. Storie che rischiano di essere dimenticate, di scivolarci sulla pelle. Nel suo prossimo lavoro le campagne di Magenta faranno da sfondo ad una vicenda di immigrazione comune ai nostri giorni, una trama noir che non mancherà di emozionarci.

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