09/09/2005

RECITAL DI DAVIDE VAN DE SFROOS


2005_09_09_106
Poesia, musica, canzoni, aneddoti, letture racconti, leggende... Attraverso tutti questi strumenti e questi mondi Davide Van de Sfroos, traducibile in dialetto langhee con «vanno di frodo», ci conduce sulle sponde del Lario. Le parole della vita di paese, di quella di contrabbando e di frontiera raccontate al bancone dei bar vengono, in questo recital pensato per Festivaletteratura, trasportate sul palco e narrate nel suo contagioso dialetto accompagnato da musica rock, reggae, ska e, soprattutto, folk.


L'evento 106 ha subito variazioni rispetto a quanto riportato sul programma. Originariamente il suo svolgimento era previsto presso piazza Castello.
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Inizia con un racconto autobiografico e un omaggio alla memoria di Sergio Endrigo il recital di Davide Van De Sfroos, spostato al Teatro Sociale per evitare che il tempo mandasse all'aria lo spettacolo. È proprio grazie all'artista scomparso che il musicista comasco deve la scelta di questo mestiere, perché fu il padre a fargli conoscere una sua canzone quando era bambino e da lì «ho capito che avrei utilizzato la musica per creare quelle immagini che nella realtà non esistono». Sul palco ha conquistato il pubblico con una serata dedicata alle storie di vita degli uomini da bar che vivono sulle sponde del Lario scandite da poesie e musiche blues. «Il mio pensiero - dice l'artista - va a New Orleans, alla Louisiana, a quella che sarà sempre la terra del blues».

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