08/09/2006

Stefania Bertola con Tim Parks


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Forte di un curriculum vario e autorevole che la vede traduttrice, autrice televisiva e radiofonica e amata scrittrice di storie umoristiche e dissacranti ("Ne parliamo a cena", "A neve ferma"), Stefania Bertola misura i suoi molti talenti e mette a dura prova anche la sua fede calcistica con un altro personaggio poliedrico e ironico come l'autore di "Questa pazza fede. L'Italia raccontata attraverso il calcio".

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Italiano
«Questa è la prima volta che presento io»: così Tim Parks apre l'evento al chiostro del museo Diocesano, intanto che descrive le molteplici attività di Stefania Bertola, autrice, traduttrice, sceneggiatrice e anche scrittrice. L'artista figlia di una violinista svela che il romanzo rappresenta il piacere, scrive perché la diverte e le dà gioia, ma continua la sua attività di autrice radiotelevisiva anche per ragioni di sopravvivenza. Lo scrittore adottato dalla bassa veronese stimola la descrizione dei suoi personaggi femminili che sono sapientemente inseriti nel costume italiano rispecchiato spesso nella televisione. Stefania Bertola sottolinea la sua ricerca nel parlare di ragazze semplici e normali che hanno, quindi, quotidianamente un rapporto con la televisione. Mentre ascolta Parks, che si stupisce del peso che la famiglia ha sulla gente italica (è stato costretto a rientrare velocemente da una gita in kayak per placare l'ansia di un amico preoccupato di giungere in tempo al compleanno del nipotino), la coautrice di Luciana Littizzetto ammette che nei suoi primi romanzi gli uomini sono dei completi idioti, nei successivi migliorano e che nei prossimi potrebbero essere decenti. Al termine delle domande l'autrice di "A neve ferma" confessa che le piacerebbe vedere il suo ultimo libro tradotto in film, ma che non ha ancora trovato un produttore che si accolli l'onere.

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