09/09/2007

Diamanda Galás con Enzo Gentile


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In venticinque anni di carriera, Diamanda Galas ha saputo bilanciare la profondità della parola e dei testi con le sue spericolate, sorprendenti performance vocali. Dall'amato Baudelaire, evocato in album diversi ("Litanies of Satan"; "Saint of the pit") ai blues più scuri e corrosivi, la Galás ha rivelato un universo, sempre con esemplare lucidità espressiva. In questo incontro più unico che raro, racconterà le sue scelte e i suoi riferimenti artistici, in campo musicale e non solo. La incontra il giornalista Enzo Gentile.

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Per i fan di Diamanda Galàs, l'evento tenutosi stamattina all'interno della Chiesa di Santa Paola è stata un'occasione unica e da non perdere. Chi ha assistito al concerto di sabato al Teatro Sociale, ma anche chi ieri sera non c'era, ha avuto la possibilità di scoprire più da vicino l'universo della cantante e conoscere la sua viva e spiccata personalità mentre ha raccontato i suoi riferimenti artistici in questi 25 anni di carriera. Il suo repertorio ha subito, e subisce tuttora, influenze e spunti da ogni parte. Musicisti, poeti, artisti di tutti i tempi e di ogni provenienza: dall'America al Perù, fino al martiricano Emile Cesar e ai classici 'maledetti' Baudelaire ed Edgar Allan Poe. Il giornalista Enzo Gentile ha accompagnato e guidato la conversazione con l'artista americana di origine greca, anche se i 'fuori programma', come ad esempio i discorsi a ruota libera della Galàs, i racconti di episodi di vita vissuta, la spontaneità nel rapporto col pubblico e negli spassionati elogi all'imbarazzata traduttrice, sono stati certamente il bello dell'evento. Gentile ricorda una dichiarazione della performer di qualche anno fa: «Io faccio con la mia voce ciò che Jimi Hendrix faceva con la chitarra». E oggi la Galàs ha aggiunto: «Essere greca mi protegge dalle immondizie americane».

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