03/09/2008

NELLA STEPPA PADANA
. 'tragicomica' liberamente ispirata a "Il Revisore" di Nikolaj Gogol

2008_09_03_009
Evento ripetuto


Prima nazionale. Regia di Giovanni Veronesi e Mauro Marchese, di e con Mauro Marchese e Andrea Busi. 

Musica di Nicola Bagnoli, consulenza drammaturgica di Ermanno Cavazzoni.



Nella Steppa Padana accade un fatto assurdo e imprevedibile. Gli abitanti di tale località, indefessamente dediti al malaffare, grandi conoscitori dell'abuso, dotati di completa assenza di scrupoli, d'intolleranza e soprattutto di straordinaria superficialità, vengono travolti dagli eventi. Così questi mostri, questi campioni d'immoralità fanno diventar parte dell'azione anche piatti, bottiglie, bicchieri della reale osteria nella quale si sviluppa il conflitto tragicomico, sino al colpo di scena finale.
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Italiano
Tante sorprese hanno accolto il pubblico riunitosi ieri sera all'Arci Virgilio per assistere alla prima assoluta di "Nella steppa padana". Una volta entrati, gli spettatori sono stati a lungo incerti se sedersi o passare oltre: niente palco, niente platea, ma l'interno di un'osteria, con i classici Lambrusco e taralli sui tavoli, in attesa di essere consumati. Poi, sull'esempio dei più coraggiosi, gli spettatori si sono seduti, ancora tutti inconsapevoli del fatto che lo spettacolo fosse cominciato e di farne già pienamente parte. Qualcuno ha anche versato il vino per sé e per gli altri. Poco dopo, sulle note della musica di Nicola Bagnoli, sono entrati gli attori Andrea Busi e Mauro Marchese, sotto quello sguardo interrogativo che accoglie di solito chi entra in un locale. E quando Marchese-giudice ha rivolto a tutti una domanda tra le più inquietanti e inaspettate, la maggior parte ha taciuto, altri hanno dato risposte sfrontate, nascondendo la sorpresa e l'imbarazzo. Poi si sono materializzati gli altri personaggi, attraverso le movenze e le modulazioni di voce di Marchese: Artelio, sua moglie Gisella, la figlia Moira, l'impiegata impicciona delle poste, Tagliavini, lo spiantato che beffa tutti quanti. È cominciata così la commedia degli equivoci, tra parole in rima, idioletti esasperati, strafalcioni e neologismi, a volte incomprensibili eppure così familiari, come familiare è la steppa padana, luogo della rinuncia e dell'oblio.

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