05/09/2008

REMEMBER SUBBUTEO


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Una varietà infinita di omini colorati a mano, un panno verde come campo da gioco e, per i più fortunati, una serie di accessori tanto inutili quanto imperdibili. Ma soprattutto partite a tutte le ore e interminabili tornei con gli amici. Questo era il Subbuteo. Altri tempi, altri modi di divertirsi. Daniel Tatarsky - autore di "Subbuteo. Storia illustrata della nostalgia" -, Andrea Piccaluga - mitico Campione del Mondo juniores di Subbuteo 1978 - e il giornalista Darwin Pastorin parlano di quelle giornate trascorse a sognare di essere come i propri campioni.


L'evento 79 ha subito variazioni rispetto a quanto riportato sul programma. Originariamente il suo svolgimento era previsto presso il Palazzo della Ragione.
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È il 1974, Darwin Pastorin deve preparare, insieme a qualche amico, l'esame di maturità. Ma invece di studiare si ritrovano continuamente nella sala di casa sua per infinite partite a Subbuteo. Basta citare questo aneddoto per capire come, negli anni '70, il Subbuteo fosse un vero e proprio fenomeno capace di appassionare milioni di persone in tutto il mondo, tanto da arrivare ad organizzarne addirittura dei campionati intercontinentali. Insieme a Pastorin, l'inglese Daniel Tatarsky, autore del libro "Subbuteo. Storia illustrata della nostalgia", e Andrea Piccaluga, che nel 1978 ha portato nel nostro Paese il titolo di campione del Mondo Juniores di questo storico gioco. Tatarsky, presentando il suo lavoro, ha ripercorso brevemente la storia del Subbuteo, la nascita nella fine degli anni '20, con giocatori di cartone e non tridimensionali, fino ad arrivare, in modo quasi inaspettato, ad un clamoroso boom. Pittaluga, invece, ha parlato della sua esperienza da giocatore, i riti pre-partita, i trucchi 'segreti' (come passare un lucidatore per mobili sulle pedine, per farle scorrere più veloci) e la storia della partita che lo ha incoronato campione del Mondo. Alla fine dell'evento era immancabile una veloce sfida Italia-Inghilterra tra Tatarsky e Piccaluga: risultato finale 2 a 2. E a differenza del calcio giocato negli stadi questa volta nessuno scontro tra le tifoserie.

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