05/09/2008

LA PELLE


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Curzio Malaparte è uno degli scrittori più peculiari del Novecento. Spiccano nella sua opera, che spesso ha avuto come prima origine il mondo giornalistico, due opere connesse alla guerra, e in specie "La pelle", terribile quanto magnifico reportage della Napoli distrutta alla fine della Seconda Guerra Mondiale, tra segnorine e femminielli, contrabbando e pranzi di gala. Michele Andrei, attore e regista, propone il primo studio in lettura di uno spettacolo di futura realizzazione.

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Italiano
Chiesa di S. Paola aperta anche ieri sera per la rappresentazione di una trasposizione teatrale de "La pelle" di Curzio Malaparte. Unico attore in scena Michele Andrei, che ha dato prova di grande eclettismo e capacità attoriali. Il testo della pièce è un rifacimento in versi martelliani (settenario sguincio) della lingua di Malaparte, il cui registro è stato abbassato volutamente dall'autore della trasposizione, Luca Scarlini, presente in altri eventi del Festivaletteratura in corso. Risultato della complicatissima operazione linguistica è l'estrema musicalità delle parole, tale da rendere il testo praticamente cantabile. Suggestiva anche la sequenza musicale (composta da musiche originali e in parte da canzoni, più o meno note, tra le quali "Angel of the Morning" e "Luna rossa") che ha inframmezzato e spesso accompagnato la recitazione di Andrei. Sullo sfondo del palco la magnetica sequenza delle immagini selezionate da RosaFuturo, artista italiana che vive e lavora a Berlino, autrice dei costumi della "Medea" di Latella.

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