07/09/2008

ULTIME DA NAPOLI


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«Se Napoli ultimamente è al centro della produzione letteraria, è perché è la città che racconta, molto meglio di altre, le trasformazioni sociali. Le anticipa fungendo da campanello d'allarme, trovandosi spesso nel suo destino di capro espiatorio». «Se interessa il mio stato d'animo sulla città, è questo: sono avvilita e stanca, più per la condotta quotidiana della vita cittadina che per le guerre di camorra (...). Vedo che si lavora, a tutti i livelli, (...) Vedo che non basta. Dove è la falla?». Le ultime da Napoli, non come le racconta la televisione, ma come si leggono sulle pagine dei romanzi degli scrittori napoletani di oggi. Diego De Silva e Valeria Parrella si confrontano con la giornalista Caterina Soffici.

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Casa del Mantegna e Napoli: per un'ora e mezza le distanze si annullano perché la città campana diventa protagonista, quasi un'amica dei due autori presenti, guidati dalla giornalista Caterina Soffici.  Valeria Parrella parla dei suoi sentimenti, di ciò che la indigna, prende la parola sconvolgendo la scaletta e legge una lettera inviata a "La Stampa" in maggio e mai pubblicata dove si accavallano le perplessità per l'immondizia scomparsa prima dell'arrivo del Presidente del Consiglio e per l'incendio al campo rom. Il silenzio del pubblico viene spezzato dall'intervento di Diego De Silva, che si definisce doppiamente tamarro e scatena l'ilarità della platea. «Il napoletano ride di qualcosa di tragicomico con la consapevolezza che il primo di cui ridere è se stesso», e con tono leggero parla di camorra e dei gusti dei camorristi più tamarri di lui, parla della corruzione e dell'avvocato napoletano protagonista di un suo libro, Vincenzo Malinconico. L'incontro finisce troppo presto, ma le distanze sembrano non essere più quelle.

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